Associazione denuncia: "Bambini picchiati all'asilo e mobbing contro la maestra ribelle"

I fatti sarebbero avvenuti in un asilo nei dintorni di Carrara. "Mobbing contro la maestra che ha denunciato". Chiuse le indagini

Carabinieri davanti a un asilo (foto di repertorio)

Carabinieri davanti a un asilo (foto di repertorio)

Carrara, 20 aprile 2018 - "Li picchiavano con la stampella, li trascinavano sul pavimento dai piedi, li costringevano a mangiare fino a farli vomitare, li insultavano". Sono alcuni dei maltrattamenti nei confronti di bambini in un asilo nei dintorni di Carrara. A sollevare il caso è la onlus ligure La via dei colori, nata dopo lo scandalo delle violenze commesse nell'asilo Cip Ciop di Pistoia.

L'associazione spiega anche che la collega che aveva provato a denunciare i fatti sarebbe poi stata vittima di mobbing.

I fatti risalgono al 2014. È una maestra, la prima a segnalare bambini colpiti con la stampella sulla testa, sulla gamba, sulla schiena, bambini tirati per i capelli o per le orecchie, trascinati dai piedi. E gli epiteti: “maiale”, “schifoso”, “sudicione”. Perfino offese razziste.

Secondo quanto riferito dalla onlus La via dei colori, la maestra avrebbe segnalato i fatti ma senza esito, anzi, ottenendo in tutta risposta degli atteggiamenti mobbizzanti. Ed è la stessa maestra a rivolgersi alla onlus genovese.

La denuncia è del 13 marzo 2017. "Dopo un anno non si sa nulla delle indagini - spiega una nota dell'associazione - l’avvocato Canobbio, difensore delle parti offese e Direttore del Comitato scientifico della onlus, presenta richiesta di avocazione".

Siamo soddisfatti – dice il legale – che per una volta l’avocazione non abbia portato all’archiviazione ma anzi abbia scoperchiato questa vicenda. Abbiamo appena ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del pm Alessandra Conforti”.

“L’attesa è stata logorante – afferma la maestra che ha denunciato – Non mi davo pace pensando ai bambini che erano ancora lì e che venivano maltrattati. Io sono in malattia da gennaio ma ho visto cose orribili persino l’ultimo giorno che ho lavorato: una maestra ha stretto il braccio al collo di un bambino, il piccolo aveva il viso rosso e lei mi guardava con sfida. Tutti sapevano che ero io a segnalare gli episodi, ero consapevole degli atti di ritorsione che ci sarebbero stati ma sono andata avanti per i bambini. Mi hanno chiamata “bastarda”, mi hanno ammazzata. Ma a me premeva solo una cosa, salvare i bimbi”.