Bimbi picchiati con le stampelle. Indagate quattro maestre in un asilo

Choc in una materna di Carrara: la denuncia partita da una collega

Carabinieri davanti a un asilo (foto di repertorio)

Carabinieri davanti a un asilo (foto di repertorio)

Carrara, 21 aprile 2018 - Li trascinavano sul pavimento dai piedi, li picchiavano con la stampella, li costringevano a mangiare fino a farli vomitare, li insultavano. E’ quanto emerge dalla conclusione delle indagini del pubblico ministero Alessandra Conforti che ieri ha chiuso un fascicolo in cui si parla di bimbi picchiati e si registrano i nomi di quattro insegnanti indagate. Tutto è successo 4 anni fa, ma la denuncia ai carabinieri è arrivata soltanto il 13 marzo dello scorso anno, quando un’insegnante della scuola con la mamma di un bambino ha denunciato atrocità che si sarebbero consumate dentro l’asilo. Dalla denuncia la donna sarebbe stata vittima di mobbing da parte delle colleghe.

Nell’atto si parla di colpi sulla schiena, sulla testa, sulla gamba, bimbi tirati per i capelli o per le orecchie. Epiteti come «maiale, schifoso, sudicione». Un bambino marocchino viene offeso con frasi razziste: «Torna sul barcone da dove sei arrivato».

La denuncia arriva anche alla Via dei colori (onlus ligure nata dopo lo scandalo delle violenze all'asilo Cip Ciop di Pistoia) che si muove con il legale del foro di Genova Giulio Canobbio, direttore del comitato scientifico della onlus, che presenta richiesta di avocazione. "Siamo soddisfatti – dice il legale – che per una volta l’avocazione non abbia portato all’archiviazione, ma anzi abbia scoperchiato questa vicenda. Abbiamo appena ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a firma del pm Alessandra Conforti".

"L’attesa è stata logorante – afferma la maestra che ha denunciato – Non mi davo pace pensando ai bambini che erano ancora lì e che venivano maltrattati. Io sono in malattia da gennaio, ma ho visto cose orribili persino l’ultimo giorno che ho lavorato: una maestra ha stretto il braccio al collo di un bambino, il piccolo aveva il viso rosso e lei mi guardava con sfida. Tutti sapevano che ero io a segnalare gli episodi, ero consapevole degli atti di ritorsione che ci sarebbero stati ma sono andata avanti per i bambini".