Violenza sessuale a convivente Lui è un collaboratore di giustizia

L’imputato è stato rinviato a giudizio: archiviata invece ogni accusa al suo legale nei processi di mafia

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di Andrea Luparia

CARRARA

E’ cominciato ieri pomeriggio, davanti al giudice dell’udienza preliminare Marta Baldasseroni, un nuovo processo per violenza sessuale. I fatti sarebbero accaduti a Carrara tra il 2018 e il 2019. E’ una storia difficile da scrivere in quanto ha una complicazione. Riguarda il fatto, inusuale, che l’imputato è anche un collaboratore di giustizia. Gode quindi della protezione delle forze dell’ordine in quanto è stato ed è un testimone importante in alcuni processi contro la criminalità organizzata. E questo l’ha messo nel mirino delle famiglie mafiose calabresi. Dei killer della n’drangheta, insomma. Ma se il suo “pentimento“ processuale è stato molto positivo perchè ha permesso di colpire alcuni mafiosi, forse non aveva implicato un cambiamento morale. Secondo la Procura della Repubblica (l’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Marco Mansi) avrebbe violentato la sua compagna, una giovane toscana che l’aveva seguito a Carrara, dove l’uomo in quegli anni abitava. Lei aveva lasciato la sua città per andare a convivere ma qualcosa, nel tempo, si è rotto. Forse per lo stress di vivere una vita “nascosta“, forse per altri motivi, alla fine l’uomo l’avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali anche se lei era contraria. E alla fine la donna si è rivolta alle forze dell’ordine. L’avvio dell’indagine ha portato allo scoperto il nome dell’uomo e il suo indirizzo, tanto che la Polizia di Stato l’ha dovuto trasferire altrove. Questo ovviamente non ha bloccato l’inchiesta.

E così ieri lui non era in aula (per motivi di sicurezza) ma c’era il suo difensore, l’avvocato Umberto Zangani. Dopo una lunga discussione, il Gup ha disposto il rinvio a giudizio dell’uomo. E’ stata invece archiviata l’accusa contro un secondo indagato, l’avvocato dell’imputato nei processi di mafia. Secondo il Pubblico Ministero, il legale aveva parlato più volte con la donna ma il giudice Marta Baldasseroni non ha riscontrato nel comportamento del legale alcun reato archiviando ogni accusa. L’avvocato, insomma, è libero. Il processo vero e proprio al collaboratore di giustizia inizierà il prossimo anno: si annunciano imponenti misure di sicurezza, se e quando sarà chiamato a testimoniare in aula.