Un’alimentazione sostenibile. Ricerca sulle nostre abitudini

Lo studio dei ragazzi del plesso delle medie Galielo Galilei di Casola in Lunigiana (I.C. Moratti). Emerge un dato interessante: i migliori cibi sono quelli locali, come la stessa ’Marocca’.

Un’alimentazione sostenibile. Ricerca sulle nostre abitudini

Un’alimentazione sostenibile. Ricerca sulle nostre abitudini

Spesso non ci rendiamo conto che sulla nostra tavola finiscono cibi che sono sicuramente buoni, gustosi, facilmente reperibili e utilizzabili ma che presentano grandi problemi di sostenibilità ambientale. Per poter scrivere questo articolo ci siamo confrontati sulle nostre abitudini alimentari e sulle nostre preferenze, constatando che tanti alimenti che consumiamo hanno un costo ambientale, sanitario e sociale enorme. Abbiamo appuntato la nostra attenzione su tre gruppi di prodotti e abbiamo valutato il loro impatto ambientale. Il primo gruppo considerato è quello della frutta esotica, molto diffusa nei negozi italiani ed europei, come l’ananas e la papaia dal Sud America, il mango dall’Asia, le banane (ormai considerate un frutto ordinario) dall’Africa e dall’Asia. La frutta esotica è poco sostenibile perché questi prodotti vengono trasportati via aerea e via navale, producendo quindi molte emissioni di CO2, cioè di gas serra in grado di alterare il clima.

Anche nella coltivazione di questi frutti ci sono problemi perché vengono utilizzate sostanze nocive sia per le piante che per i coltivatori, sostanze che in Europa possono essere illegali e che quindi non vengono usate. L’altro gruppo di alimenti che hanno avuto grande successo a causa della loro praticità di utilizzo è quello dei prodotti in busta, soprattutto l’insalata. Alcune ricerche effettuate hanno svelato che l’insalata in busta è frequentemente contaminata da virus, batteri e microorganismi; anche quando non ci sono problemi di contaminazione, un grosso problema di sostenibilità riguarda la modalità di lavaggio dell’insalata con l’acqua, utilizzata in grandissime quantità (tutta questa acqua, in ogni caso, non permette di eliminare del tutto gli agenti patogeni). Il terzo gruppo di alimenti che abbiamo analizzato è quello dei prodotti in scatola a lunga conservazione come ad esempio esempio la carne in scatola (tipo Simmenthal): i maggiori problemi derivano dal fatto che contengono conservanti, molto sale e sono carenti di nutrienti di qualità.

Un’altra delle preoccupazioni legate ai cibi in scatola è la presenza di bisfenolo A (Bpa), una sostanza chimica che viene spesso utilizzata negli imballaggi alimentari, comprese le lattine.

Abbiamo ricercato dati anche sui cibi sostenibili, cioè su tutti i prodotti sani, nutrienti e con un basso impatto ambientale per ciò che riguarda l’utilizzo di suolo, le risorse idriche impiegate e le emissioni di carbonio e azoto e, tra questi, ci sono sicuramente i cibi del nostro territorio e delle nostre comunità, i prodotti locali come la “nostra” Marocca di Casola, la farina di castagne, le patate di Zeri, i funghi della Lunigiana, la cipolla di Treschietto.