
di Laura Sacchetti
I balneari hanno analizzato molte delle criticità emerse dall’analisi del Paav. Punto per punto.
Erosione. L’intera costa è soggetta ad erosione e secondo quanto dichiarato dai balneari il piano dell’arenile non tiene conto di un progetto antierosione che difenda il litorale nel suo insieme.
Partaccia. I bagni che hanno le strutture che insistono su proprietà privata, vengono tagliati in due orizzontalmente. Quindi si rischia che uno stabilimento balneare si trasformi di fatto in un’attività senza balneazione, mentre è strutturato da sempre per quell’attività primaria. Questo perché la concessione demaniale che separa il bagno dal mare diventa spiaggia libera e si pensa di attivare delle convenzioni con lo stesso ex concessionario per la gestione di una spiaggia libera attrezzata. Questo implica un cambio dell’attività, del sistema turistico della Partaccia che espone a ricorsi di altri soggetti.
Ciclovia della Partaccia. La Ciclovia Tirrenica secondo i balneari va realizzata, ma in molti tratti è prevista dove il mare sta già erodendo il manto stradale e la spiaggia alla prima mareggiata scompare. L’esproprio delle concessioni non è la soluzione al problema di tenuta di fronte all’erosione per l’utilizzo della pista progettata.
Cancellazione di concessioni. Il piano prevede visuali a fine viali, corridoi aperti, varchi. E’ il caso per esempio del bagno Bibi: il Paav prevede la sua cancellazione. O del bagno Libeccio Beach che subirebbe una forte modifica. Questi bagni si trovano nell’asse di apertura del varco a Marina di Massa in fondo a viale Mattei. E’ a causa dell’erosione che sono retrocessi.
Le zone funzionali (spiaggia, cabine, servizi igienici, casa veranda, aree gioco, parcheggio, aree verdi). Nel Paav in discussione risultano più restrittive rispetto a quello in essere. "Nascono dalla fotografia dello stato attuale – ha spiegato Matteo Campatelli –. Sono inamovibili perché non si possono fondere tra loro e se si vuole intervenire su una di queste, per esempio su quella delle cabine, bisogna necessariamente intervenire su tutte quelle del bagno, ma spesso risulta impossibile. Se uno stabilimento ad oggi non ha una zona funzionale non la potrà realizzare". Secondo quanto emerge gli interventi devono riguardare tutto lo stabilimento per essere effettuati; c’è quindi un obbligo a tutte le prescrizioni del piano.
Corridoio e varco visuale. Sono previsti per vedere il paesaggio marino. Nel primo caso viene individuato dove ci sono strutture esistenti e non prevede deroghe per i bagni con un fronte mare piccolo e già in emergenza erosione.
Fotovoltaico. Problemi per la realizzazione di impianti con energia rinnovabile. Nel Paav non si prevedono incentivi per la produzione da fonti rinnovabili. Il solare termico, se morfotipologico, deve produrre il 50% del fabbisogno annuale, salvo impedimenti tecnici, ma non c’è la possibilità di realizzare i locali necessarI. Il fotovoltaico è previsto sulla casa e sulle cabine, ma non sul parcheggio, inoltre non deve interferire con la visuale mare-monti ed essere integrato. Quindi si può fare il fotovoltaico solo se viene fatta la riqualificazione morfotipologica che non è prevista per tutti gli stabilimenti balneari.