Tuffo nella cultura contadina Storia e tradizioni popolari alla festa del cavallo Bardigiano

Il governatore della Regione Eugenio Giani alla 37ª rassegna che chiude l’estate zerasca. Oltre 250 esemplari destrieri al raduno. Petacchi: "Il nuovo comitato è partito alla grande".

Tuffo nella cultura contadina  Storia e tradizioni popolari   alla festa del cavallo Bardigiano

Tuffo nella cultura contadina Storia e tradizioni popolari alla festa del cavallo Bardigiano

"Una festa, una fiera, un raduno: tutto questo, ma anche tradizione ed espressione della storia e della cultura contadina che caratterizza la nostra comunità" è così che il Comitato promotore della 37esima rassegna del Cavallo Bardigiano descrive lo spirito dell’evento che ogni anno, a fine agosto, chiude l’estate zerasca. Oltre 250 i cavalli registrati a partire da venerdì ed accolti nella struttura riqualificata di Adelano, con la sua ampia area esterna dotata di apposite staccionate sistemate dal Comitato e dai volontari locali. Una cinquantina i cavalli bardigiani, accompagnati da allevatori provenienti dai territori di almeno tre regioni, Toscana, Emilia Romagna e Liguria: molti di loro, arrivati con le tende, hanno stazionato ad Adelano per tutta la durata della tre giorni, intrattenuti da buon cibo, musiche e balli fino a tarda notte. Razza equina che prende il nome dal paese di Bardi in provincia di Parma, il cavallo bardigiano nasce come animale da lavoro tipicamente usato nell’Appenino tosco-emiliano. Robusto ed infaticabile ma anche docile e mansueto, oggi viene utilizzato per l’equiturismo montano. Numerosi gli spettacoli equestri e le rappresentazioni di abilità eseguiti tra sabato pomeriggio e domenica mattina, poi interrotti nel pomeriggio a causa del maltempo. Una Commissione di esperti, con il contributo dell’associazione nazionale del cavallo bardigiano di Parma, ha premiato i cavalli vincitori nelle varie categorie. Premiato dal sindaco di Zeri anche il capocaccia Marcello Chiesa con una targa di riconoscimento per l’impegno profuso nella realizzazione dell’evento. "La cosa bella - dichiara il sindaco Cristian Petacchi - è che alla realizzazione della tre giorni dedicata alla valorizzazione equina hanno contribuito tutte le generazioni, dagli adulti ai ragazzi, oltre agli infaticabili volontari zeraschi ed alla squadra cinghialisti 55. Segno che il neo-costituito Comitato, con il suo presidente Giampiero Rabusca, è partito bene e funziona alla grande". La tradizionale festa affonda le radici nel passato: "Un tempo - scrive il Comitato - quasi in ogni paese delle nostre vallate si svolgevano annualmente fiere di bestiame: mucche, cavalli, asini, venivano portati in un terreno e si teneva una sorta di festa paesana. Lo scopo era di favorire le compravendite e gli scambi ma anche di mettere in mostra l’animale più bello e ben curato". "La fiera del bestiame si è dunque tramutata dapprima in fiera del cavallo - spiega il sindaco Petacchi - per poi affermarsi dal 1984 come fiera del cavallo Bardigiano". Invitati dal sindaco di Zeri, domenica erano presenti il governatore della Toscana Eugenio Giani, il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, il presidente dell’Unione dei Comuni della Lunigiana Gianluigi Giannetti, il consigliere regionale Giacomo Bugliani, il sindaco di Zignago Simone Sivori ed una rappresentanza del Comune di Comano con cui è stato siglato un gemellaggio per la fiera dei cavalli. Nel suo intervento, Petacchi ha ringraziato tutti coloro che si sono avvicendati per tener viva la rassegna nelle sue 37 edizioni ed ha rivolto un pensiero ai padri fondatori che "nel 1984 ebbero la lungimiranza e l’intuizione di dare impulso ad un evento entusiasmante e collettivo, mettendo al centro questo meraviglioso animale che è il cavallo Bardigiano".

Michela Carlotti