Truffa online, conto prosciugato. Poste dovrà rimborsare

Conto prosciugato da un sedicente ’incaricato antifronde’; volatilizzati i risparmi di una vita dell’uomo. L’arbitrato bancario ha giudicato giusto il rimborso: le operazioni erano state subito disconosciute

La legale Francesca Galloni

La legale Francesca Galloni

Massa, 24 maggio 2023 - Importante determina dell’arbitrato bancario e finanziario in materia di truffe bancarie e informatiche ottenuta dalla Confconsumatori tramite la legale Francesca Galloni contro Poste Italiane. Con la determina pronunciata l’Abf ha riconosciuto la responsabilità di Poste e condannato la stessa a restituire 25mila al malcapitato. Nel maggio 2022 il consumatore, correntista di Poste, è stato contattato sul proprio cellulare da un sedicente ’incaricato Antifrode di Poste Italiane’ in possesso di tutti suoi dati personali e coperti da privacy che gli ha riferito che avrebbe a breve ricevuto il nuovo bancomat in quanto il suo, come effettivamente era, stava per scadere. Il signore, fidandosi del fatto che l’operatore conosceva i suoi dati personali e che il suo bancomat era in scadenza, ha seguito le istruzioni che gli venivano impartite, salvo poi recarsi a un bancomat per effettuare un’operazione che gli è stata negata, scoprendo così che dal suo conto erano state effettuate 5 operazioni fraudolente con la carta a lui mai consegnata, per un totale di 24690 euro. Subito ha disconosciuto le operazioni e ha chiesto il rimborso, ma gli è stato negato. L’uomo si è rivolto allora alla Confconsumatori che ha inoltrato per suo conto il reclamo all’arbitrato Bancario e Finanziario che ha accolto la domanda presentata dal legale condannando Poste a restituirgli l’intera somma che era stata sottratta dal suo conto corrente.

"E’ una decisione molto importante - commenta la legale Galloni di Confconsumatori - non solo perché il nostro associato si è visto restituire l’Intera somma a lui sottratta a seguito della truffa, ma anche perché finalmente si è applicato il principio secondo cui spetta all’intermediario provare il dolo o colpa grave dell’ utente e soprattutto di aver attuato il cosiddetto sistema di autenticazione forte, cosa che nel caso de quo non è stato provato. E’ impensabile che solo per ritirare una raccomandata le Poste pretendano il documento del delegante, del delegato e la delega scritta e invece consentono a un totale estraneo di fare un postagiro da 24mila euro sul conto del malcapitato del tutto all’oscuro di tale operazione". Per informazioni e contatti 0585488643, oppure tramite mail a [email protected] o messaggio WhatApss 3476302683 o sulla pagina facebook di Confconsumatori Massa-Carrara.