"Troppe denunce cadute nel vuoto" ‘Apuane libere’ scrive a Mattarella

L’associazione chiede un incontro con il presidente della Repubblica per affrontare il tema delle cave "Gli abusi commessi nei siti estrattivi rimangono senza risposta sulla scrivania di Tagliasacchi".

L’associazione Apuane Libere prova a bussare di nuovo alla porta del Quirinale per avere un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo fa a cinque mesi di distanza dalla prima richiesta ufficiale, per ora rimasta senza risposta. L’associazione è preoccupata per il futuro di queste montagne. "Il primo elemento di preoccupazione è che il neopresidente Andrea Tagliasacchi potrebbe intraprendere addirittura la campagna elettorale per il terzo mandato a sindaco di Castelnuovo Garfagnana: così facendo potrebbe trascurare il proprio ruolo all’interno dell’Ente Parco. Come se non bastasse, anche il posto di Direttore generale risulta scoperto dal 30 dicembre scorso e assegnato, in via provvisoria, non a tempo pieno e tramite un accordo col parco di Migliarino San Rossore, dallo stesso direttore di quest’ultimo. Il secondo elemento, già più volte segnalato, è che il corpo dei guardiaparco può contare solo su cinque agenti per una superficie di 200 chilometri quadrati di territorio impervio, per di più senza mezzi idonei che dalla Regione Toscana latitano ad arrivare. Il terzo punto è che le numerose segnalazioni e denunce ambientali presentate dalla nostra associazione e dalle autorità di controllo per abusi commessi nei siti estrattivi, rimangano ferme sulla scrivania del neopresidente in attesa di essere tradotte in sospensioni per i necessari ripristini ambientali".

Ma l’elenco delle criticità non si ferma qua. C’è anche il tema della partecipazione visto che ai tavoli tematici convocati dall’assessore con sindacati e associazioni di categoria sul fronte del lapideo non hanno visto alcun invito per le associazioni ambientaliste, "ma neanche gli enti preposti alla vigilanza e alla tutela dell’ambiente. Un’amministrazione regionale che investe ben 3 milioni di euro dei cittadini per la messa in sicurezza idraulica del torrente Carrione, senza far notare che quell’operazione si è resa necessaria a causa proprio delle attività lapidee che inquinano l’acqua con la marmettola e ostruiscono l’alveo del fiume con detriti: in barba ai molti dossier che stessa Ispra ha prodotto, i colpevoli rimangono ignoti. D’altra parte, anche in quei rari casi nei quali il colpevole viene individuato, le sanzioni rimangono assolutamente ridicole in rapporto agli incalcolabili danni causati", incalza l’associazione ricordando il recente caso della Sermattei a Massa multata con 10mila euro.

"Tutto – conclude Briccolani - sembra andare verso una politica di lassismo, che agevola l’opera di distruzione di un bene comune, al solo fine di riempire le tasche di pochissimi imprenditori privati. Per questo sollecitiamo quell’ udienza al Presidente della Repubblica che da cinque mesi abbiamo richiesto, perché preoccupati da un Parco che è diventato un far west privo di controlli".