Il caso di malasanità c’è, accertato e ammesso in fin dei conti anche dalla stessa azienda Usl Toscana nord ovest. Un’infezione, dovuta a tre tentativi di installazione di una protesi, che ha provocato un grave danno all’arto interessato con conseguente invalidità importante a danno del paziente. Una vicenda avvenuta ormai tre anni fa, su cui l’azienda sanitaria ha già avviato e accettato un accordo transattivo per la liquidazione del danno subito. Ma quel risarcimento non è ancora arrivato e la famiglia è stanca di aspettare. A denunciare il caso, sulla scia delle recenti vicende che stanno interessando il Noa con la costituzione dell’associazione ‘Invisibili’ dedicata proprio a dare voce a casi o presunti tali di malasanità soprattutto legati alle infezioni ospedaliere,, è il figlio dell’uomo che ha avuto problemi a seguito delle operazioni con la protesi. Lo fa in una lettera firmata indirizzata ai dirigenti dell’azienda sanitaria e con un appello in particolare rivolto alla direttrice generale Maria Letizia Casani.
"Mio padre attende da mesi un congruo risarcimento in seguito a 3 interventi di revisione di protesi infetta avvenuta al Noa di Massa a maggio del 2020, tutti avvenuti in tre giorni e non andati a buon fine, risolti a Savona subito dopo con un intervento in extremis per salvare almeno l’arto ma che non ha evitato un’invalidità importante – racconta il figlio dell’uomo –. Un caso che questa Asl ha subito accettato di discutere in via transattiva in seguito a valutazioni medico legali dettagliate ma che sembra al momento nel limbo a causa di ‘strane assenze’ del consulente ortopedico dell’Asl Toscana Nord Ovest, guarda caso l’unico non presente alla valutazione congiunta programmata".
L’assenza del professionista specifico insomma, starebbe rallentando l’iter per il versamento che l’uomo aspetta come giusto risarcimento per il grave danno subito e la famiglia non ha più intenzione di attendere oltre. A tre anni dai fatti che hanno stravolto la vita dell’uomo, minacciano di agire stavolta anche per via legale evidenziando come ormai secondo il loro punto di vista si tratti di "vergognose perdite di tempo messe in campo con le motivazioni fantasiose più disparate. Ci chiediamo se la dottoressa Casani , responsabile di quest’area vasta più volte interpellata addirittura da esponenti regionali informati sull’episodio, non si renda conto dell’ennesimo danno d’immagine oltreché di eventuali richiami della Corte dei Conti che ne potrebbero conseguire. Chi si assumerà queste responsabilità?".
L’azienda sanitaria, dal canto suo, al momento si limita a un commento lapidario in cui tenta di assicurare la famiglia del paziente danneggiato sull’esito della vicenda. "Il caso del signore – sottolinea in una brevissima nota – è all’attenzione dell’azienda ed è stato istruito e valutato seguendo il percorso della gestione diretta dei sinistri e, quindi, non vi è alcuna sottovalutazione. Anche recentemente si è tento un incontro tra le parti e i loro consulenti".