Tragedia sul monte Spallone sopra Colonnata Muore escursionista dopo un volo di 300 metri

La vittima, Chiara Galligani, aveva 45 anni. Era con un amico su una delle creste del Sagro quando è precipitata in un burrone . Il primo a raggiungere il corpo straziato è stato l’uomo. Inutili i soccorsi che all’inizio sono stati anche ostacolati da una fitta nebbia

Migration

di Andrea Luparia

Le Alpi Apuane hanno preteso un nuovo tributo di sangue. A perdere la vita è stata Chiara Galligani, 45 anni, nata a Pescia e residente a Chiesina Uzzanese in località Chiesa Nuova (Pistoia). Lavorava come impiegata in una ditta a Lappato, un paesino in provincia di Lucca. E sempre a Lucca aveva studiato da ragazza. Lascia due figli nel dolore. Fuori dal lavoro amava la montagna, la natura, gli animali e la poesia. Chiara era andata con un compagno di avventura a scalare il monte Spallone, una delle creste del Sagro. E’ una zona insidiosa, dove sono morte già delle persone: d’inverno ghiaccia e si scivola, ma anche d’estate, che non c’è ghiaccio, si cade per la vegetazione “traditrice“. La donna è caduta alle 11,17 mentre era sul sentiero (molto impervio) lungo il crinale, precipitando sul versante di Colonnata. Un volo terribile: si parla di oltre 300 metri. Sconvolto dalla paura e dal dolore, l’uomo che era con lei ha cercato in ogni modo di raggiungerla, scendendo lungo il burrone a suo rischio e pericolo, ma quando l’ha raggiunta lei stava agonizzando. Ha potuto solo chiamare il 118 che ha fatto immediatamente alzare in volo “Pegaso 3“ dal Cinquale. Ma nella zona nella tarda mattinata di ieri c’era molta nebbia e il primo tentativo dell’elisoccorso è andato a vuoto. A quel punto è intervenuto il Soccorso Alpino e Speleologico Toscano,, sezione Carrara e Lunigiana.

Gli alpinisti si sono mosso, a piedi, dal ritrovo sul Monte Sagro, per raggiungere la zona dove si pensava fosse il corpo. Ma anche per loro non è stato facile. Rispetto all’ipotesi iniziale, il corpo di Chiara Galligani si trovava molto più in basso, non lontano da Cava Saccagna. E così uomini e donne del Soccorso Alpino sono dovuti scendere di molti metri. Nel primissimo pomeriggio “Pegaso 3“ ha fatto il secondo tentativo di raggiungere la zona della tragedia: questa volta la nebbia si era parzialmente alzata e quindi è stato possibile individuare l’area. Ma quando il medico ha raggiunto il corpo, non ha potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso. I traumi riportati nella caduto sono stati fatali. Sempre nel pomeriggio si sono messi in movimento anche uomini e donne della Polizia di Stato e i vigili del fuoco del distaccamento di Carrara. I primi per accertare l’esatta dinamica dei fatti, il secondo per recuperare il corpo. Anche loro si sono dovuti muovere a piedi. Ma per portare il corpo della sventurata all’obitorio sulla costa, facendolo trasportare da “Pegaso 3“ hanno dovuto attendere il nullaosta del Sostituto Procuratore di turno, informato del fatto già in tarda mattinata. Dal notare che ieri si era alzato anche l’elicottero dei vigili del fuoco, ma quando è giunto sul posto la nebbia ha ostacolato anche il suo volo.