"La denuncia di Sceila Troian: il dramma delle vittime del lavoro nel marmo di Carrara"

Sceila Troian, "sorella di una delle troppe vittime del lavoro del marmo di Carrara" racconta anche a Report, dopo averlo...

Sceila Troian, "sorella di una delle troppe vittime del lavoro del marmo di Carrara" racconta anche a Report, dopo averlo fatto con il nostro giornale, la storia del fratello. "Riccardo aveva solo 17 anni quando è stato schiacciato da un blocco di marmo – scrive nella lettera –. Il dolore come potete immaginare mi ha segnato emotivamente per tutta la vita, proprio perché essendoci solo tre anni di differenza io e lui siamo cresciuti insieme. Dopo aver seguito la vostra inchiesta sulle cave, ho riprovato lo stesso dolore di quando mio fratello non è più rientrato a casa, e mi sento offesa per le forti e ingiuriose dichiarazioni dell’imprenditore Alberto Franchi. Questa indecenza, assieme a miriadi di soprusi e sfruttamenti che perpetuamente ingoiamo, descritta in modo esaustivo e drammatico da Report, ha provocato in me una traumatica indignazione, visto che per gli incidenti sul lavoro ci sono i dati scientifici che documentano le troppe morti, e i seri ferimenti nei luoghi di lavoro del comparto lapideo. Inoltre con quel tipo di dichiarazioni è come se avesse ucciso due volte persone che non ci sono più e non hanno modo di difendersi".

"I deficienti che muoiono o si storpiano alle cave, come fanno fede i dati dell’Inail, delle Asl e dei sindacati – scrive Sceila –, sono purtoppo tanti, ma sono accaduti e purtoppo accadono agli stessi uomini che con il loro sangue hanno fatto arricchire gli imprenditori di Carrara. Gli industriali su milioni di profitto danno un minimo contributo alla città, e pretendono di decidere come, dove e in che modo spendere denaro collettivo sostituendosi all’amministrazione comunale e alle istituzioni preposte". Lo sdegno espresso in decine di post e commenti non hanno lenito il dolore di Sceila: "Mi chiedo a cosa serva la politica. Mi domando come si sia potuti arrivare a tutto questo nell’anno di grazia 2024. Ma sono sicura che il tutto sia inaccettabile".

Alessandra Poggi