Torsana, il borgo fantasma torna in vita

Inaugurato un defibrillatore, restauro per l’antico fontanile e un progetto per la sistemazione dell’antico lavatoio in pietra

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Un tempo era un paese di provetti scalpellini. Parliamo di Torsana, borgo fatto di pietra, a 936 metri d’altitudine, sotto la cima di Punta Buffanaro, nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino. Con il tempo e l’inarrestabile spopolamento, è divenuto poi il classico ’paese delle aquile’, nel senso che, praticamente, salvo qualche sporadica presenza estiva, la borgata è stata abbandonata. Per riscattarla dall’oblio, per riportarvi la vita, il sindaco di Comano, Antonio Maffei, si è prodigato, insieme al vice Francesco Fedele, nel presentare progetti a vari enti e istituzioni per la rigenerazione di Torsana.

E ieri si è assistito all’inaugurazione delle prime pietre miliari del ritorno alla vita nel villaggio: l’apposizione di un defibrillatore all’inizio del paese, realizzato con il contributo della Cassa di Risparmio di Carrara, la costruzione di un fontanile, grazie a un bando del Gal, la sistemazione dell’antico lavatoio in pietra, dove le donne d’un tempo si recavano a lavare i panni. Inoltre, la pavimentazione, rigorosamente in pietra, del piccolo borgo sotto cui sono state create le apposite opere di canalizzazione per le utenze domestiche di servizi e forniture di acqua, gas ed energia elettrica. Ed è stata l’occasione, davanti il sagrato della piccola chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore, per don Tommaso Forni, parroco della miriade di realtà abitate lungo la Valle del Taverone, di officiare una messa davanti alle autorità locali e ai fedeli della zona che non hanno voluto mancare a un evento così significativo per tutte le comunità locali.

Torsana, alla stregua della sottostante borgata di Camporaghena, un centinaio di metri meno elevata in altezza, fanno parte di quel gruppo di paesini da presepe tipici del nostro Appennino, dai quali gli abitanti erano emigrati da almeno mezzo secolo alla ricerca di miglior vita, chi in Australia, chi nel Regno Unito e molti nelle metropoli al nord del nostro Paese. L’isolamento, specialmente nel lungo e duro periodo invernale, la mancanza di servizi essenziali, le scarse risorse offerte dall’agricoltura dell’epoca, avevano condannato le due frazioni allo spopolamento, all’oblio. Attualmente, le mutate condizioni sociali e le nuove possibilità di comunicazione offerte dalla moderna tecnologia, stanno operando a favore del ritorno alla vita di questi luoghi per lungo tempo dimenticati.

Saranno decisive le politiche socio-ambientali degli attuali amministratori per far sì che nuovi nuclei familiari siano messi in condizioni di potere fare scelte tali che, lasciate le comodità della città, facciano ritorno in cerca di una vita all’insegna della qualità, in questi borghi di pietra immersi nella natura dove oltre mezzo secola fa, la scarsa economia del tempo , i disagi e le mancanze di collegamento con i centri di servizi avevano favorito lo spopolamento radicale della popolazione,emigrata in massa in cerca di migliore fortuna.

Roberto Oligeri