Si preannuncia un dicembre caldo sul fronte delle Apuane dove gli ambientalisti sono pronti a dare battaglia contro l’attività estrattiva ‘selvaggia’ che porta via milioni di metri cubi di montagne ogni anno. L’appello del presidente nazionale del Cai, Antonio Montani, durante il 101° convegno nazionale del Club Alpino non è caduto del vuoto e ha l’obiettivo di richiamare a Carrara con tutta probabilità migliaia di persone da tutta Italia per la grande manifestazione di protesta. I primi a prendere la palla al balzo sono gli esponenti del gruppo Tam (Tutela ambiente montano) del Cai di Massa. "Viviamo un momento storico importante dal punto di vista climatico e non possiamo essere collusi con chi nega ciò che sta accadendo e che non fa nulla per costruire una svolta vera". E quando parlano di collusione fanno riferimento alle parole espresse da Montani al convegno nazionale, riportando una parte dell’intervento di don Luigi Ciotti: "Le Apuane sono il terreno di battaglia su cui dobbiamo misurarci perché lì c’è il concentrato di tutto: poteri forti, prepotenza che alcuni sistemi economici hanno nei confronti dell’ambiente".
"Le sue parole sono un riconoscimento alle nostre posizioni da molti anni – continua il Tam Cai locale –. Abbiamo percorso un sentiero chiaro, un sentiero che era stato intrapreso prima di noi con la stessa chiarezza da Elia Pegollo, insieme a noi da Alberto Grossi e da altri ambientalisti come Franca Leverotti. In questo percorso ci siamo imbattuti in denunce, in tentativi più o meno pavidi di tapparci la bocca. Oggi le parole del presidente di un’associazione che conta oltre 300mila soci in Italia rendono giustizia a tutto il nostro impegno. Il richiamo alle parole di Don Ciotti rendono chiara la complessità del problema Apuane che non è solo ambientale, ma sociale, economica, di garanzia dei diritti".
E il Tam Cai risponde all’appello per la manifestazione di Carrara: "Promuoveremo sempre ogni iniziativa che contribuisca a restituire al nostro territorio quell’equilibrio del sistema naturale che visioni miopi ci hanno sottratto da tempo: dall’estrattivismo sulle montagne all’inquinamento della falda sulla piana, dal consumo di suolo a favore delle cementificazioni all’abbattimento delle aree verdi".