Svastiche e scritte fasciste. La condanna del sindaco

Dopo l’episodio ai Poggi spuntano altri simboli all’ex mercato coperto. Persiani: "C’è un antisemitismo pericoloso. Vanno trovati gli autori".

Svastiche e scritte fasciste. La condanna del sindaco

Svastiche e scritte fasciste. La condanna del sindaco

MASSA

"C’è un antisemitismo pericoloso" così il sindaco Francesco Persiani risponde alle scritte d’odio comparse ieri nel parcheggio dell’ex mercato coperto. Svastiche ovunque, sui muri, sui pilasti, accompagnate da frasi come: ‘Massa fascista’, lasciano attoniti coloro che si apprestano a parcheggiare. Immersi in un mix tra svastiche adottate dai circoli del nazionalsocialismo tedesco, frasi rivolte al fascismo e fasci littori. Facciamo i conti con la storia, un capitolo di odio razziale, stermini, deportazioni e persecuzione, spaccato di una società che "cerca di riproporre un salto nel passato – sottolinea il sindaco Persiani –. Non accettiamo che Massa sia così, la città sta andando avanti, sta migliorando nel suo modo di fare comunità e inclusione. Vogliamo renderla più inclusiva, più accessibile, questi sono i messaggi che dobbiamo veicolare per questo contrasteremo con tutte le forze chi vuole imporci un’ideale del genere. Cercherò di intercettare i responsabili e chiedo che vengano fatte le segnalazioni alle forze dell’ordine per trovare gli autori".

Risale a a novembre l’ultimo fatto dove, in via Donne Partigiane, ai Poggi, cinque bidoni della spazzatura sono stati imbrattati con cinque svastiche, accompagnate da una sesta sull’asfalto con la scritta ‘Intolleranza’. Gesti che richiamano alla parte più buia del ‘900, che si insinuano in una città addobbata a festa, atteggiamenti sempre più frequenti "che vanno fermamente condannati", ha infine concluso il primo cittadino. Svastiche anche ad agosto, sulla linea Gotica in via del Parmignola a Marina di Carrara, con frasi razziste, omofobe e negazioniste riferite all’eccidio di Sant’Anna e all’olocausto, specchio di un odio ancora presente, in un panorama moderno che si appresta a parlare di pace.

Patrik Pucciarelli