Studiosi all’ascolto delle api Un alveare-laboratorio per decifrare il loro linguaggio

Il professor Almo Farina, ex docente a Urbino, al lavoro nella campagna di Ortolano a Fivizzano. Incarico dall’associazione Apiterapia per dimostrare anche l’utilità dei prodotti per la medicina.

Studiosi all’ascolto delle api  Un alveare-laboratorio  per decifrare il loro linguaggio

Studiosi all’ascolto delle api Un alveare-laboratorio per decifrare il loro linguaggio

Nel ‘Santuario Rurale Naturale’, in località l’Ortolano di Fivizzano sta svolgendo un particolare e complesso lavoro il professor Almo Farina, per lunghi anni ordinario della cattedra di Ecologia delle Complessità all’Università di Urbino di cui ora è professore onorario. Questo è un angolo di campagna coltivata seguendo una metodologia particolare che fornisce nutrimento ad un variegato numero di animali selvatici, sopra il fiume Rosaro, a due passi da Fivizzano. L’incarico del professore nasce dalla collaborazione con l’Associazione Italiana di Apiterapia con sede a Mazzano Romano, in provincia di Roma. Tra gli scopi dell’associazione anche quello di favorire le ricerche scientifiche per dimostrare che i prodotti dell’alveare possono integrare la medicina tradizionale.

"Abbiamo milioni di evidenze cliniche ma devono essere dimostrate – dice Francesco Collura, consigliere dell’associazione – quindi sono arrivato dal Piemonte fino a Fivizzano per consegnare un alveare al professor Farina, noto studioso dei suoni della natura, con degli obiettivi ben precisi: sviluppare studi scientifici sui suoni emessi dalle api..." L’obiettivo è capire se il ronzio delle api ha qualche funzione nella comunicazione all’interno di questi ‘superorganismi’, che sono le api stesse, quindi – spiega il professore- trovare – il codice che eventualmente utilizzano per scambiarsi le necessarie informazioni per la loro sopravvivenza".

Un codice dunque ancora sconosciuto ma che può rivelarsi fondamentale. "Può essere utile ad esempio per monitorare da remoto lo stato di salute delle api stesse, senza la necessità di aprire l’alveare – spiega il docente universitario – oltre all’uomo, l’ape è in grado di comunicare ai propri simili un luogo, una fonte di cibo o d’acqua dove approvigionarsi. Nell’alveare in nostra dotazione esiste un piccolo microfono collegato ad un ‘set streaming’ che, in possesso di apposito link, trasmette in diretta quanto avviene all’interno sia sul computer che sul cellulare".

In pratica il professor Aldo Farina sta cercando di decifrare il linguaggio delle api. "Per me le api hanno un preciso vocabolario con cui comunicano – dice lo scienziato – ma bisogna dimostrare concretamente che esista, sto cercando il nesso di collegamento fra il loro ronzio, i suoni emessi e le azioni. Le api sono animali ideali per questo genere di studio in quanto, sollecitati con intelligenza, rispondono a certi stimoli. Questi insetti, aiutano l’uomo in tanti modi nella sua esistenza quotidiana: con l’impollinazione a produrre cibo, fornendo miele, propoli, pappa reale, polline, cera, veleno per vari medicinali. Le studiamo anche per aiutarle a sopravvivere. Da sempre, sono così generose e fondamentali per l’esistenza di noi umani che è giunto davvero il momento di ricambiare tutti i benefici che questi utilissimi insetti,gratuitamente, ci forniscono fin dalla notte dei tempi".

Roberto Oligeri