Stragi, sos alla Regione Toscana per i risarcimenti

I superstiti e i loro familiari lamentano che in questi anni la giunta Rossi non ha mosso un dito per avere il credito riconosciuto dai tribunali

La vicepresidente della Regione Monica Barni

La vicepresidente della Regione Monica Barni

Massa, 17 dicembre 2019 - Si torna a parlare dei risarcimenti dovuti dalla Germania alle vittime (e ai superstiti) delle stragi naziste. Il primo settembre, a Larciano, il presidente della Toscana Enrico Rossi aveva detto: "Le sentenze contro i mandanti di quelle stragi non sono state portate a esecuzione. È una vergogna che ci portiamo dietro, come Italia. Come Regione Toscana siamo disposti a fare ancora di più per arrivare a una degna conclusione". Lo scorso 13 dicembre c’è stato un incontro fra superstiti e familiari delle vittime con la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, alla quale è stato chiesto che la Regione assicuri il suo impegno. A rappresentare le vittime c’erano Lido Lazzerini, sopravvissuto alla strage di Mommio (in comune di Fivizzano), Antonio Cavallini sopravvissuto all’eccidio del Padule di Fucecchio, assieme ai conterranei Vittoria Tognozzi, Tosca Lepori , Andrea Parlanti , Lara Mazzei, Laura Cioli (gli ultimi tre figli di sopravvissuti) e Luciano Bertinelli, figlio di un ufficiale trucidato a Cefalonia. E tutti hanno ribadito che ora la giustizia si sposta sul terreno civile, ovvero sui risarcimenti economici alle famiglie colpite e agli enti locali. Il 5 febbraio 2012 la Germania vinse un processo contro l’Italia, in materia di responsabilità civile nell’ambito delle stragi naziste, alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Quell’esito non ha alcuno effetto giuridico in Italia grazie alla successiva sentenza della Corte Costituzionale Italiana n° 238 del 2014, dove sono prevalsi i diritti inalienabili, riconosciuti dalla nostra Costituzione a ogni singolo cittadino che ha diritto “al giudice e al processo”.

L’incontro in Regione fra familiari delle vittime e la vicepresidente Barni
L’incontro in Regione fra familiari delle vittime e la vicepresidente Barni

E così la delegazione ha chiesto che la Regione promuova una causa civile contro la Repubblica Federale Tedesca, come già fatto da enti piccoli come il Comune di Roccaraso in provincia dell’Aquila per la Strage del Bosco dei Limmari: 128 tra donne, vecchi e bambini trucidati il 21 novembre 1943. Quel Comune ha ottenuto recentemente dal tribunale di Sulmona una condanna della Germania per un ammontare di 1.600.000 euro e ha intrapreso una esecuzione immobiliare su proprietà tedesche in Italia, nella fattispecie terreni vicini al lago di Como. I superstiti hanno poi chiesto che la Regione sostenga le spese di cause simili intentate da superstiti e familiari di caduti e che i Comuni toscani e i familiari delle stragi siano informati della possibilità di intentare cause contro Berlino. E che nell’ambito dei gemellaggi con città tedesche sia promossa una sensibilizzazione sul tema. E’ stato quindi evidenziato che la strada per la giustizia civile, cioè per i risarcimenti, è tecnicamente aperta e riguarda un numero elevato di famiglie e richiede l’impegno della Regione. Superstiti e familiari hanno manifestato perplessità nei confronti della Regione che qualche anno fa, si era costituita parte civile nei processi penali contro la Repubblica Federale di Germania. Ma poi, pur essendo titolare di un credito riconosciutole negli processi degli anni Duemila per i danni alla popolaz ione e al territorio, non si è attivata per riscuoterlo.

La vicepresidente Barni ha dichiarato: "Sarà mia cura trasferire tutta la documentazione all’ufficio giuridico della Regione perchè venga data una interpretazione delle sentenze in modo da capire, come ha detto Rossi, quello che una Regione può fare. Da parte nostra c’è una totale apertura". © RIPRODUZIONE RISERVATA