Per la sicurezza . Sindacati sfilano con i parenti delle vittime

Partiti e rappresentanti di lavoratori condannano l’insostenibilità del modello estrattivo apuano .

Per la sicurezza . Sindacati sfilano con i parenti delle vittime

Per la sicurezza . Sindacati sfilano con i parenti delle vittime

Politica e sindacati uniti contro le parole di Alberto Franchi sulle vittime in cava. In testa al corteo c’erano proprio i parenti di quelle vittime definite deficienti come Elisabetta Troian la sorella di Riccardo Troian: lei aveva 5 anni quando il fratello è morto per un incidente in un deposito di marmi nel 1985. Poi Cristina Idaspe figlia di Giovanni Idaspe, lei invece aveva 7 anni quando suo padre è morto in un deposito di marmo, era il 1979. Claudia Secchiari ha invece perso il padre Paolo nel 1994, anch’egli in cava. In corteo anche le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. "Parole gravi che però non ci stupiscono più di tanto - ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil Nicola Del Vecchio -. Sono anni che denunciamo un atteggiamento predatorio e la scarsa sicurezza in cava. Si revochi la concessione a chi non rispetta le regole". Poi Andrea Figaia segretario provinciale della Cisl. "Muore il buonsenso quando un imprenditore sostiene ci sia una deficienza in chi muore sul lavoro. Adesso bisogna ripartire dall’applicazione della legge 35 e focalizzarci sulla questione dei beni estimati e sui progetti dell’articolo 21. Il primo maggio ci sarà la concentrazione, con tutte e tre le sigle sindacali, al cimitero di Torano per ricordare la tragedia nella cava dei ‘Bettogli’ del 1911 dove persero la vita 10 lavoratori". Infine il segretario della Uil Toscana Nord, Franco Borghini. "Dichiarazioni che lasciano il segno, ma c’è stata una forte risposta dalla città, i lavoratori hanno dimostrato di essere coesi quando si parla di dignità del lavoro". Sulle frasi choc di Franchi è anche la consigliera comunale Rigoletta Vincenti. "Quando la sottocultura del profitto è l’unica riconosciuta non c’è spazio per il senso di responsabilità sociale". Ad accendere un faro sulla distruzione delle Apuane è il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti. "Le nostre montagne stanno venendo giù e non si ricostruiscono, c’è bisogno di una regolamentazione". Matteo Bartolini di Sinistra Italiana, rivendicando la necessità di riprendere in mano la legge sui beni estimati sostiene "l’insostenibilità del modello estrattivo dal punto di vista ambientale e sociale. CI impegneromo a livello parlamentare per avere sicurezza in cava". Anche Cave, Sinistra Civica Ecologista chiede "l’azzeramento del capitolo marmo. La Regione approvi subito Piano Integrato del Parco Apuane".