
Emozionato e grato, ieri mattina Valdo Spini ha ricevuto la cittadinanza onoraria dall’amministrazione comunale di Fivizzano nella sala consiliare del Museo degli Agostiniani da parte del sindaco Gianluigi Giannetti e alla presenza del presidente della Regione, Eugenio Giani.
Il conferimento a Spini della cittadinanza benemerita "per avere contribuito nell’ambito della tradizione e della storia della Lunigiana ad approfondire e ampliare le conoscenze, gli scambi culturali, le possibilità di sviluppo, i rapporti di amicizia e di cooperazione tra i cittadini lunigianesi - si legge nelle motivazioni - concorrendo con la sua professionalità, le sue competenze e la sua conoscenza diffondere l’immagine migliore della tradizione culturale della Lunigiana in campo nazionale e internazionale. Per il suo impegno e la sua esemplare carriera è punto di riferimento, di esempio e di orgoglio per la cittadinanza di Fivizzano e le generazioni future". Valdo Spini ha ricordato quando, deputato del Psi, dedicò proprio alla Lunigiana uno dei suoi primi interventi legislativi, la proposta di legge per il restauro e la valorizzazione dei castelli. Proposta "che fu accolta dal Ministero dei Beni Culturali nel progetto interregionale Toscana-Liguria del Fondo Investimenti Occupazione, e che consentì un primo intervento di restauro di sei castelli il che consentì l’arrivo, solo nel nostro territorio provinciale di otto miliardi lire di allora". Spini ha poi concluso "con il significato civile e in senso lato politico che attribuisco a questa cittadinanza. Se non avessi preso sul serio il mio ruolo di deputato della circoscrizione, se non avessi coltivato un particolare rapporto con la Lunigiana, oggi non sarei qui. Appartengo a un periodo storico in cui, prima con le preferenze e poi con i collegi uninominali, le persone sapevano chi era il loro deputato e il rapporto tra i parlamentari e i loro elettori era intenso e irrobustiva il tessuto democratico. Concludo con un invito a ritornare a una legge elettorale o che sia basata essenzialmente sui collegi uninominali o che ripristini le preferenze. Si contribuirebbe anche ad affrontare il problema dell’astensionismo".