
La comunità a dimensione familiare ‘I numeri primi’ n via Ronco a Quercia di Aulla ha di nuovo l’accreditamento istituzionale della Regione Toscana. O meglio, non lo ha mai perso perché prima il Tar di Firenze ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla cooperativa sociale Levante, ex Serinper, e a quel punto gli uffici della Regione sono dovuti tornare sui loro passi annullando la determina di metà luglio che ne aveva revocato l’accreditamento istituzionale. Questioni burocratiche complesse ma che dimostrano come tutti i documenti in mano alla cooperativa sociale erano in regola sin dal principio, ben prima che scoppiasse la bagarre politica sulla struttura, poche ore dopo che una delle ospiti si era tolta la vita.
Il provvedimento di revoca dell’accreditamento istituzionale peraltro era stato emesso dalla Regione il giorno prima del suicidio, un documento slegato sia dall’inchiesta giudiziaria del 2020 sulla gestione dell’accoglienza dei minori sia dalla tragedia. Ma quella determina avrebbe compromesso la tenuta della struttura, impedendo di accogliere ospiti le cui rette siano a carico pubblico. Una questione burocratica legata invece al perfezionamento della comunicazione di adeguamento ai requisiti per l’accreditamento al sistema regionale che però non aveva ragione di esistere e alla fine la Regione ha dovuto ammettere l’errore con un secondo atto: la revoca dell’annullamento. I titolari della coop Levante erano certi della loro regolarità e avevano presentato subito ricorso al Tar di Firenze che aveva concesso la sospensiva a luglio.
Per i giudici "sussiste il danno ipotizzato dalla norma sopra indicata in considerazione dei nove minori attualmente presenti nella struttura avviati a quella dal Tribunale dei minori" rimandando poi il merito all’udienza cautelare collegiale dell’8 settembre che a questo punto però non ha motivo di esistere. Nell’atto di annullamento della revoca la Regione evidenzia come ci siano stati errori nella gestione burocratica della pratica e che la prima autorizzazione, del 2014, che faceva riferimento a una comunità dedicata a 10 minori più 2 di pronta accoglienza di età fra 6 e 18 anni di sesso femminile con possibilità di ospitare eventuali fratelli di sesso maschile fino ai 6 anni, fosse stata sostituita da una seconda, nel 2019 per la pronta accoglienza della fascia di età fra 0 e 18 anni con facoltà di prosecuzione per le ragazze fino al 21esimo anno su procedimento del giudice, con possibilità di ospitare minori di sesso maschile fino ai 12 anni. La stessa Unione dei comuni Lunigiana il 23 agosto ha preso atto che per la società Levante è in vigore l’autorizzazione del 2019. Da qui il passo indietro della Regione che conferma l’accreditamento della struttura, peraltro una delle poche in provincia ad averlo.