Seminari ‘energetici’ di Edison. La sfida della società alla transizione sostenibile

Tanti ingegneri a Pontremoli e Mulazzo per le lezioni di Roberto Barbieri

Seminari ‘energetici’ di Edison. La sfida della società alla transizione sostenibile

Tanti ingegneri a Pontremoli e Mulazzo per le lezioni di Roberto Barbieri

Edison collabora con il Fondo per l’ambiente convinta che chi opera ogni giorno sul territorio ha il compito di creare valore per le comunità locali che lo ospitano, contribuendo in maniera concreta alla salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse sociale, culturale e turistico. Per questo nell’ambito delle due Giornate del Fai in cui è stata aperta al pubblico la centrale idroelettrica di Teglia ha organizzato seminari tematici sull’idroelettrico riservati agli ingegneri e tecnici.Il primo al Teatro della Rosa di Pontremoli. Relatore l’ingegner Roberto Barbieri che ha trattato i principi di funzionamento degli impianti idroelettrici, il secondo seminario ad Arpiola di Mulazzo. Edison è impegnata in prima linea nella sfida della transizione energetica, attraverso lo sviluppo della generazione rinnovabile e low-carbon, i servizi energetici e ambientali e la mobilità sostenibile, in piena sintonia con gli obiettivi definiti dal Green Deal europeo. L’ingegner Barbieri ha sottolineato che Edison ha un parco di produzione di energia elettrica altamente flessibile ed efficiente, composto da oltre 250 centrali tra impianti idroelettrici, eolici, solari e termoelettrici a ciclo combinato a gas ad alta efficienza. Quasi un secolo e mezzo di attività e una primaria protagonista: l’acqua

La produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, e in particolare dall’acqua, rappresenta da sempre uno degli asset strategici nazionali. Non potevano mancare riferimenti anche alla centrale idroelettrica di Teglia, costruita a metà anni Trenta secondo il progetto della Società Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck (che nel 1930 subentrò alla Società Forze Idrauliche Alto Magra). Scopo degli impianti era fornire energia elettrica sia agli stabilimenti siderurgici della Falck sia alle Ferrovie dello Stato. Il progetto fu modificato più volte nelle sue diverse parti: centrali di Teglia e Rocchetta, altri impianti e serbatoi su fiumi e torrenti. Durante la guerra e nel primo dopoguerra furono realizzate anche le prese sui torrenti ed i collegamenti. In seguito, la Falck rinunciò all’utilizzazione del Magra, al serbatoio di Molinello e agli impianti superiori ed iniziò, invece, la costruzione di una seconda Centrale a Teglia. Questa nuova opera fu completata nel 1953. L’impianto utilizza, oltre alle acque scaricate dalla Centrale di Rocchetta, anche quelle dei torrenti Magriola, Verde, Bettigna, Pilacca, Lanza, Gordana, Marziola e Mezzemola. Oggi è un complesso edificio di prestigio architettonico con molti dei principali elementi rimasti originali.