
Cinque misure di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su una presunta associazione finalizzata al traffico illecito di droga tra la Brianza e Massa, con base logistica in un’azienda che produce divani nella provincia di Monza-Brianza. Quattro sono stati arrestati (tre in carcere e uno ai domiciliari), il quinto è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Tra gli arrestati ci sono due fratelli di 36 e 45 anni, residenti uno a Massa e l’altro a Lissone, già conosciuti alle forze dell’ordine, indicati dagli inquirenti come i promotori dell’organizzazione, e il loro padre di 73 anni, finito ai domiciliari, che avrebbe avuto compiti di trasporto dello stupefacente. Il quarto arrestato è un 58enne di Montignoso che avrebbe curato lo stoccaggio e lo smercio della droga sulla piazza di Massa.
L’inchiesta, denominata ’Divani &Sofà’ e condotta dai militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale carabinieri di Massa, coordinati e diretti dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo (Dda) della Procura della Repubblica di Genova, ha portato anche a una misura dell’obbligo di dimora per un 63enne residente in Lombardia, che avrebbe avuto un ruolo nel trasporto della droga e nella predisposizione delle auto per occultarla durante i viaggi. I protagonisti della vicenda sono Antonio Mastrosimone, 36 anni, massese, il fratello Luigi, 45 anni, residente a Lissone, il padre Filippo Mastrosimone, 73 anni, di Lissone (ai domiciliari), Fortunato Musano, 63 anni, anche lui di Lissone (sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora), ed Enrico Mannini, 58 anni, di Montignoso, che aveva il compito di stoccare lo stupefacente destinato alla piazza massese.
Secondo quanto spiegato in una nota dai carabinieri, le indagini, partite un anno e mezzo fa, avrebbe svelato l’esistenza di un’organizzazione, composta da massesi e brianzoli, "impegnata nell’approvvigionamento, anche dall’estero, di ingenti quantitativi di hashish, marijuana e cocaina, che venivano successivamente smerciati in diverse province d’Italia, con particolare riferimento a quelle di Massa, Lucca, Milano, Monza, Como, Varese e Ravenna. L’organizzazione operava mediante un sistema di importazione, stoccaggio e smercio dello stupefacente profondamente rodato, grazie a una minuziosa suddivisione dei ruoli e dei rispettivi compiti tra i diversi sodali".
L’organizzazione poteva anche "avvalersi, come base logistica, dell’azienda di famiglia", dei due fratelli arrestati, "impegnata nel settore della produzione di divani che permetteva quindi di sfruttare le potenzialità logistiche e di trasporto offerte dell’impresa per muovere o stoccare ingentissimi quantitativi di droga". Nel corso delle indagini arrestate altre 9 persone in flagranza di reato e sequestrati complessivamente 134 chili di hashish, 673 di marijuana e numerose dosi di cocaina.