Sanac, rinvio del Governo: "Promesse non mantenute"

Il Governo ha rinviato ad anno nuovo il tavolo con i sindacati sulla vertenza Sanac, suscitando la preoccupazione degli operai. Il bando di gara per la compravendita dei quattro stabilimenti italiani scade il 10 gennaio. I lavoratori chiedono risposte al Governo e intraprendono azioni per vincere la vertenza.

Sanac, rinvio del Governo: "Promesse non mantenute"

Sanac, rinvio del Governo: "Promesse non mantenute"

Il Governo ha rinviato ad anno nuovo il tavolo fissato a Roma con i sindacati per parlare della vertenza Sanac. Operai e sindacati si sono subito riuniti in fabbrica a Massa per stigmatizzare il comportamento del governo Meloni. "Il rinvio del tavolo – affermano in una nota – è poco rispettoso nei confronti di chi vive in bilico fra cassa integrazione e incertezza. L’apertura per la quarta volta dello stesso identico bando di gara per la compravendita delle fabbriche di refrattari non ci rassicura affatto, anzi ci lascia perplessi. Un bando che per ben 3 volte è andato deserto non può darci speranze".

Sulla Sanac regna l’incertezza. Oltre a Massa (il principale), il gruppo ha stabilimenti anche a Grogastu in Sardegna, Vado in Liguria e Gattinara in Piemonte. Un tempo erano i principali fornitori dell’ex Ilva di Taranto, ora stabilimento di Acciaierie d’Italia di cui sono soci la multinazionale Arcelor Mittal e lo Stato, attraverso la controllata Invitalia. Per quanto riguarda l’asta, la presentazione delle offerte per acquisire l’intero pacchetto dei quattro stabilimenti italiani va fatta entro il 10 gennaio prossimo. "È saltata in maniera rovinosa la promessa del governo di diventare socio maggioritario dell’acciaio in Italia, in barba a tutte le promesse fatte a migliaia di lavoratori – sostengono l’Usb –. Il Governo china nuovamente la testa di fronte alla multinazionale estera e chi ne paga le conseguenze sono i lavoratori diretti e indiretti di Arcerol Mittal e l’intero paese. Mentre quello stesso Governo firma accordi segreti con l’azienda, i dati della produzione che ci arrivano da Taranto e da Genova sono ai minimi storici e, come se non bastasse, viene chiesto agli operai di stare zitti e buoni e sperare, ancora, in questo nuovo bando. Alla luce di tutto questo, ci pare evidente che il rapporto di fiducia tra operai e Governo sia venuto meno. È nostra intenzione muoverci nei prossimi giorni per riaprire un’interlocuzione con gli organi politici e amministrativi di competenza (MInistero, Regione e Comune) per dare risposte ai lavoratori, cercando di percorrere ogni strada possibile al fine di vincere questa lunga vertenza".