FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Sanac ancora all’asta. E’ la quarta volta. Due mesi per le offerte di acquisto del gruppo

Le tre precedenti sono andate di fatto deserte: un tentativo era stato fatto proprio da Arcelor Mittal che poi non aveva concluso l’operazione. C’è il rischio chiusura, la cassa integrazione permette di dilatare i tempi.

Sanac ancora all’asta. E’ la quarta volta. Due mesi per le offerte di acquisto del gruppo

Sanac ancora all’asta. E’ la quarta volta. Due mesi per le offerte di acquisto del gruppo

Non ci sono ancora certezze sul futuro della filiera italiana dell’acciaio ma nel frattempo i commissari straordinari di Sanac, con il via libera del Ministero delle imprese e del Made in Italy, hanno pubblicato la quarta asta per la vendita del gruppo Sanac. Scadenza per la presentazione delle offerte il 10 gennaio 2024. Poco più di due mesi per capire se e come qualcuno ora fosse interessato ad acquisire l’intero pacchetto dei quattro stabilimenti dislocati in Italia, di cui il principale a Massa, che un tempo erano i principali fornitori dell’ex Ilva di Taranto, ora stabilimento di Acciaierie d’Italia di cui sono soci la multinazionale Arcelor Mittal e lo Stato, attraverso la controllata Invitalia. E qui si torna al punto di partenza. Le tre aste precedenti di Sanac sono andate di fatto deserte, con il solo primo tentativo che aveva visto un’offerta valida proprio da Arcelor Mittal ma che non aveva poi concluso l’operazione. Gli altri due tentativi erano stati un buco nell’acqua.

Nel frattempo Acciaierie d’Italia, che aveva debiti milionari per le forniture da Sanac, ha sì versato le somme dovute per le precedenti forniture ma ha anche interrotto da oltre un anno ogni ordine verso il gruppo di fatto mettendo Sanac con le spalle al muro, costretta a sopravvivere senza poter disegnare un piano industriale di prospettiva. Gli stabilimenti stanno via via riducendo il numero di personale, oggi ben al di sotto delle 300 unità, e applicando una cassa integrazione che permette di dilatare i tempi di una eventuale chiusura completa degli stabilimenti. La prospettiva di salvezza doveva arrivare dall’acquisizione delle quote di maggioranza di Acciaierie d’Italia da parte dello Stato, come da accordi sottoscritti, entro la primavera del 2024 ma ora questa ipotesi sembra addirittura tramontata e si parla di dismissioni azionarie. Quindi il bando di vendita di Sanac arriva in un momento molto critico. Soltanto domani il Governo ha convocato i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm a Roma per la vertenza di Acciaierie e dopo le mobilitazioni nazionali che hanno portato in piazza migliaia di persone.

Ad ogni modo il bando, che era già pronto sulla falsariga dei precedenti e depositato al Ministero, è stato pubblicato con la firma dei commissari straordinari Piero Gnudi e Corrado Carrubba. Una procedura che prevede come sempre diverse fasi. La prima è quella delle manifestazioni di interesse da inviare al notaio De Angelis di Roma entro il 10 gennaio. Possono partecipare società di capitali singole ma anche cordate che "siano in grado di garantire la continuità produttiva dei complessi aziendali oggetto della Procedura, anche con riferimento alla garanzia di adeguati livelli occupazionali. Ai soggetti ammessi sarà comunque consentito costituire o modificare Cordate anche unendosi a soggetti che non abbiano manifestato interesse ai sensi del presente Invito". I commissari analizzeranno poi le manifestazioni pervenute da ammettere alla gara vera e propria con la presentazione di proposte. Quindi si procederà alla eventuale fase di due diligence, previa sottoscrizione di accordi di riservatezza definendo termini e modalità per la presentazione di offerte di acquisto vincolanti a cui potrebbe seguire in caso di più partecipanti anche una fase di rilancio.