"Salviamo le montagne" ’Apuane libere’ in azione

Dopo la manifestazione del Cai, tutto pronto per il convegno a palazzo Ducale. Bricolani: "Fermeremo le economie distruttive che minano le realtà sane". .

"Salviamo le montagne" ’Apuane libere’ in azione

"Salviamo le montagne" ’Apuane libere’ in azione

Non si fermano le iniziative per richiamare l’attenzione sulla tutela delle Apuane contro le escavazioni dopo il convegno nazionale delle scorse settimane che ha visto il Cai in prima fila. Annuncia una "partenza con il botto" nel nuovo anno l’organizzazione di volontariato ‘Apuane Libere’ che ha organizzato una serie di eventi per sabato 13 gennaio. Finite le feste l’appuntamento è già fissato per le 16 nella Sala della Resistenza di Palazzo Ducale a Massa. L’incontro, che si chiuderà alle 19,30, prevede l’apertura con la presentazione del volume “L’altezza della Libertà – Viaggio tra l’essenziale bellezza delle Alpi Apuane” dell’alpinista Gianluca Briccolani, il cui progetto ambientale, poi convogliato nell’associazione Apuane Libere, è ormai giunto al cinquantanovesimo incontro a livello nazionale.

Subito a seguire, le volontarie e i volontari dell’organizzazione ambientalista racconteranno le loro esperienze di monitoraggio sulla catena montuosa delle Alpi Apuane e di come per essa si immaginano un futuro diverso dal presente. L’evento prevede poi dalle 17 di dare spazio all’appuntamento principale del pomeriggio: un convegno intitolato “Parco non vede, cuore non duole – Viaggio semiserio dentro il Parco delle Cave delle Alpi Apuane”. Oltre agli storici ambientalisti Franca Leverotti, Elia Pegollo e Alberto Grossi, anche grazie all’ausilio di cortometraggi e immagini varie, si alterneranno al microfono la guida alpina Filippo Precetti, l’imprenditore Gabriele Mazzei e la rifugista Stefania Avanzinelli. Coordinerà l’incontro la segretaria di Apuane Libere Laura Nannizzi.

"Vogliamo iniziare il 2024 – spiega Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere – con ancora maggior impegno di come dimostrino le nostre 53 denunce ambientali e con il chiaro intento politico di iniziare a far chiudere tutte quelle economie distruttive che giornalmente incidono pesantemente sulle componenti ambientali della collettività, mettendo in seria difficoltà quelle realtà economiche sane che ancora sulle Alpi Apuane esistono. Questo lo dobbiamo non solo a quelle montagne di cui siamo follemente innamorati, ma anche ai circa 200 soci e socie che fino ad oggi ci hanno dato fiducia e supportano una delle poche realtà che è per la chiusura di quei siti di morte e distruzione, ignorantemente chiamati cave".