ALESSANDRA POGGI
Cronaca

"Riprendiamo il tavolo" . I sindacati dopo la tragedia interrogano le istituzioni

Cgil, Cisl e Uil chiedono i confronti in Prefettura e con l’amministrazione comunale "I lavoratori sono le vittime di una cultura aziendale che mira al profitto".

Il ravaneto di Canalgrande dove è morto Paolo Lambruschi, 59 anni

Il ravaneto di Canalgrande dove è morto Paolo Lambruschi, 59 anni

Un tavolo in prefettura e un confronto sul lapideo. I sindacati sono stanchi di contare i morti al monte e lanciano un severo appello alle istituzioni. Considerata inaccettabile l’ennesima tragedia, secondo incidente mortale negli ultimi mesi, Cgil, Cisl e Uil chiedono azioni capaci di mettere al centro la salvaguardia dei lavoratori. "Gli organi preposti – si legge in una nota firmata da Nicola Del Vecchio, Cgil, Michele Folloni, Cisl e Franco Borghini, Uil – accerteranno le cause, ma le istituzioni hanno il dovere di intervenire. Ci troviamo di fronte a un modello di fare impresa che non mette al centro la persona, ma il profitto. considerando la sicurezza un costo. Buona parte dei lavoratori vittime di incidenti sono precari, molti incidenti avvengono lungo la catena dei subappalti. Competitività e produttività si giocano non sulla qualità del lavoro, ma sulla pelle dei lavoratori, con la riduzione dei loro diritti e delle loro tutele, del costo del lavoro. Ci sono alcuni settori, ed il lapideo è uno di questi, dove i rischi sono maggiori. Se continuiamo a giustificare tutto, non cambierà mai nulla. Le leggi ci sono, così come i dispositivi di protezione, ma le imprese devono investire in innovazione e ricerca, in formazion. Così come gli enti ispettivi devono avere risorse e mezzi adeguati, a partire dell’Ispettorato del lavoro. Serve un confronto serrato. Si sente parlare di aziende in difficoltà, dell’impatto dei dazi, dei problemi nel raggiungere il 50% della lavorazione in loco, ma si continua a morire. La vita è la priorità. L’immobilismo, anche delle istituzioni, non è accettabile. A febbraio dello scorso anno criticammo il tavolo di concertazione che vedeva partecipare imprenditori, assistiti da avvocati e commercialisti, che delegittimavano quanto affermato precedentemente. Stavamo discutendo allora di tracciabilità e di lì a poco il Comune adottò il nuovo regolamento che ha inserito uno strumento di misurazione da noi sostenuto. Da lì dobbiamo constatare come il tavolo sia diventato sempre meno frequente, fino al blocco delle relazioni tra Comune e impresa. A partire da quell’incontro non abbiamo più avuto alcuna interlocuzione sul lapideo". Da qui la preoccupazione dei sindacati visto "aziende che continuano a macinare utili importanti e altre che sono in situazioni critiche. A due anni dalla firma delle convenzioni, dai primi dati sulla percentuale di lavorazione in loco, molte aziende sono lontane da quel 50% che è alla base della stipula delle convenzioni, mentre le imprese possono escavare fino al 2042. Il rischio è che tutto questo ricada sui dipendenti. Dove si sta discutendo di questi temi? Con chi? Se, come pare evidente, esistono problemi, come si vogliono affrontare? Serve un cambio di passo radicale".