REDAZIONE MASSA CARRARA

Ripascimento, i buchi neri del progetto "Rischi ambientali, analisi insufficienti"

Le osservazioni di Europa Verde al masterplan della Regione, che punta a ridurre gli effetti dell’erosione

E’ insoddisfacente, secondo Europa Verde-Verdi di Massa, l’analisi fatta dagli enti sul doppio progetto della Regione, che tornerà a mettere mano al litorale massese per cercare di recuperare metri di spiaggia e modificare le correnti per combattere l’erosione.Il ripascimento è ritenuto ormai non più rinviabile e il progetto complessivo è ora al vaglio dell’assoggettabilità a Verifica di impatto ambientale: il termine per presentare osservazioni era il 2 gennaio. Tra queste quelle dei Verdi, che nel documento fatto pervenire a Palazzo del Pegaso snocciolano i punti ritenuti nebulosi. Si parte dalla documentazione progettuale "lacunosa: l’analisi prezzi è quasi inesistente e il computo metrico non consente di valutare pienamente il lavoro di ripascimento". In programma c’è il prelievo di 100mila metri cubi di sabbia dall’imboccatura del porto di Viareggio, a sud e nord del fosso Poveromo. Con altri materiali, ghiaia da cava e ancora sabbia si raggiungeranno i 130mila metri cubi. Ma "la voce è generica – spiega l’ingegnere Andrea Bontempi – Non si riesce a capire come avviene il trasferimento e deposito delle sabbie ed è è dimostrata l’instabilità di questo materiale sul litorale di Ronchi Poveromo. Non si spiega con che criterio è stato scelto il rapporto tra sabbia dragata, sabbia di cava e ghiaia, non sono indicate le modalità di individuazione delle compatibilità con le sabbie sul posto. In merito al dragaggio nell’elenco prezzi si usa un prezzo, senza riportarne l’analisi. Si rinuncia ancora una volta a voler lasciare alle ditte concorrenti la possibilità di utilizzare tecniche innovative e più efficaci". Per quanto riguarda il fenomeno del lavarone, "la descrizione non è neanche tentata anzi in un punto viene scritto “di origine ignota” e in un altro “proveniente dal Magliano”. Il fenomeno interessa anche le spiagge della Versilia e il materiale è costituito prevalentemente da residui di poseidonia marina, come sarebbe stato dimostrabile con un’analisi o acquisendo quelle già disponibili", sottolineano i Verdi. Che spiegano come sia "la relazione generale e quella morfodinamica sono imprecise nella descrizione del fenomeno erosivo della costa, descritto in una vasta letteratura. Si analizzano solo le linee di riva dal 1938 omettendo ogni valutazione sul fenomeno a scala di bacino, iniziato nel 1872 in zona Marinella di Sarzana. Non viene fatto un esame della risposta dei vari interventi di modifica delle scogliere e dei ripascimenti realizzati negli ultimi anni pur disponendo di numerosi monitoraggi. Sono previsti 120 giorni consecutivi per gli interventi, con le giornate di mare utili inferiori al 50% – chiude Bontempi – Per dragare e mettere in opera i 100.000 mc di materiale sarà necessario movimentare oltre 2000 mc al giorno. Pertanto, non si può effettuare una seria valutazione dei possibili impatti ambientali".