DIEMANUELA ROSI
Cronaca

Quel marmo sempre tra il dito e... la luna

L'articolo di Emanuela Rosi affronta la complessa situazione legata all'industria del marmo, sottolineando come la sicurezza sul lavoro sia solo uno dei tanti temi manipolati dal denaro. Si evidenziano le problematiche legate alla gestione delle risorse comuni e alla distribuzione equa della ricchezza, con riferimenti storici e attuali che mettono in luce la necessità di un cambiamento reale e non solo apparente.

di Emanuela

Rosi

Difficile credere che gli imprenditori possano guardare con indifferenza agli infortuni che, se anche non scuotono la loro coscienza, di certo non risparmiano grane economiche e giudiziarie. Ma la sicurezza è solo uno dei temi legati al marmo. Temi complessi che il “dio denaro” manipola, distorce, nasconde. Temi che fino ad oggi hanno costruito barricate invece che ponti, hanno creato nemici quando avrebbero avuto bisogno di alleati e obiettivi comuni. Quali? La tutela di montagne che sgretoliamo da secoli raccontandoci con ipocrisia di “coltivarle” come se la roccia germogliasse e fosse un bene riproducibile, la salvaguardia di acque che arrivano nelle case di tutti (ricchi e poveri), la ricchezza equa da risorse comuni. Temi che nessuno può dire di non conoscere, di cui scriviamo da sempre e che da sempre la politica promette di affrontare e risolvere ma forse adottando la filosofia di Tancredi: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Tant’è che non sono bastati quasi tre secoli a cancellare quella frase dell’editto di Maria Teresa Cybo Malaspina, Duchessa di Massa Carrara, che nel 1751 concedeva ai possessori delle cave un presunto diritto perpetuo di estrazione e di proprietà. Così oggi avvocati e giudici possono continuare a sfidarsi in epiche battaglie in punta di diritto mentre le montagne rimangono di qualcuno e non di tutti, le loro “pance” si svuotano, le vette spariscono, e Carrara resta la parente povera del marmo miliardario. Cambiare tutto per non cambiare niente, semplificando la pluricitata frase del Gattopardo. E’ cambiato tutto sulle Apuane: non si scava più come ai tempi dell’impero romano, come quando Michelangelo veniva a scegliersi il blocco per la sua Pietà, sono molti meno i lavoratori del lapideo, sono molti di più i miliardi che se ne ricavano distribuiti secondo regole e numeri che, chissà come, sembrano sempre un’opinione. E continuando a guardare il dito per la luna (e la comunità) non resterà che una perpetua eclisse.