"Polo chimico: controlli sanitari a tappeto"

La richiesta di Medici per l’ambiente: "Test epidemiologico per capire se i residenti sono stati colpiti dall’effetto dei veleni" .

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Se per la bonifica della falda bisogna attendere la realizzazione del progetto unitario da parte di Sogesid (la società in house del Ministero dell’Ambiente incaricata di studiare la contaminazione delle acque sotterranee fra Massa e Carrara), almeno diamo gambe all’accordo sullo studio epidemiologico di coorte per capire se, come e quanto gli abitanti della zona industriale e delle aree più vicine siano stati colpiti dagli effetti dei veleni dell’ormai dismesso polo chimico.

A lanciare l’appello sono Alberto Rutili, Gioacchino Cancemi e Matteo Fontana della sezione provinciale di Medici per l’Ambiente (Isde). Come aveva anticipato La Nazione, infatti, fra dicembre e gennaio era stato sottoscritto un accordo fra Regione Toscana, Asl Toscana nord ovest, Cnr e Ars che prevedeva infatti un programma "uno studio epidemiologico micro-geografico, il potenziamento di alcune attività sanitarie territoriali come miglioramento delle liste di attesa, visite specialistiche per la prevenzione, diagnosi e cura degli abitanti e occupati in Zona industriale apuana – scrivono i rappresentanti di Isde -, il miglioramento dei servizi su diagnosi prenatale e malformazioni congenite, la prevenzione con screening oncologici, la promozione dei corretti stili di vita e prevenzione cardio-vascolare".

Buoni propositi che, a quanto pare, sono rimasti solo sulla carta anche a causa dell’emergenza Covid19. C’è da ripartire con convinzione e proseguire sulla strada tracciata alla fine dell’anno scorso. "Per quanto non sia un dato chiaramente dimostrato, la sofferenza ambientale di certi luoghi ha in qualche modo provocato situazioni di sofferenza sanitaria da Covid-19, come è avvenuto nelle note provincie del nord Italia e a Massa Carrara – proseguono -. La nostra Provincia, ampiamente studiata dal Cnr nel report Sentieri, presenta eccessi di mortalità per vari tipi di tumori, come anche numerose malformazioni, in particolare dove il polo industriale della chimica ha lasciato pesanti situazioni di inquinamento".

Dati che però vengono dal passato e si fermano al triennio 2015-2017: "Viene anche da meravigliarsi di come, in questa epoca altamente informatizzata, ci siano dei dati così ‘vecchi’. Con l’avvicinarsi del 32° anniversario dello scoppio della Farmoplant, temiamo che la grave situazione sanitaria che ha portato a tanti decessi Covid si continui a sommare a quelli in qualche modo legati alla presenza di inquinanti nella Zona Industriale" concludono i rappresentanti di Isde.

"I programmi di bonifica seri e si spera efficaci sono infatti ancora al punto zero, in fase di studio dopo le indagini sulla falda effettuate nello scorso anno. Per questo crediamo che sia urgente iniziare le azioni dell’accordo sottoscritto per indagare sui rapporti tra il vecchio polo chimico e le patologie della nostra zona". Una ferita ancora aperta che merita di essere maggiormente attenzionata per capire i possibili danni causati all’uomo.

Fra.Sco