Approvato il piano triennale di Arpat che prevede disposizioni specifiche sul controllo delle cave, con un incremento delle ispezioni. In particolare, è prevista la predisposizione di un progetto speciale per il triennio 2024/2026, attivabile già dal 2024, di un programma di controlli aggiuntivi delle attività di coltivazione cave nell’area apuo-versiliese. Il controllo è uno dei processi primari che impegna l’Agenzia con un carico di lavoro estremamente importante. Le strategie di controllo, negli ultimi anni, si sono molto evolute facendo consolidare negli ispettori dell’Agenzia una maturità operativa innovativa e tecnologica, rispetto ai periodi precedenti. L’avvento di nuove tecnologie e la collaborazione con altre forze di polizia giudiziaria, dotate di mezzi aerei, hanno permesso, ad esempio, azioni di controllo mirate, a valle di una fase di acquisizione documentale e studio; il controllo in campo quindi ha la funzione di verifica diretta di quanto appreso nella fase di analisi delle informazioni (documentale e delle immagini riprese dall’alto), e comunque necessario per svolgere le attività di campionamento e monitoraggio da cui il controllo non può prescindere. Il continuo invecchiamento della forza lavoro, e la progressiva sostituzione con personale giovane, spesso neolaureato, rende necessario, al fine di garantire l’operatività dell’Agenzia, periodi di formazione e affiancamento per affrontate le problematiche relative a tutte le matrici ambientali e ai vari fattori di pressione, che in alcuni comprensori risultano estremamente rilevanti (chimico, cartario, cave).
Altra attività che vede impegnata l’Agenzia è quella relativa ai controlli sulle cave del comprensorio Apuo-Versiliese. In particolare nel 2024 sono previste le seguenti attività: il monitoraggio in continuo delle acque, superficiali e sotterranee, attività realizzata attraverso una apposita rete di 9 stazioni che remotizzano le misure ai Dipartimenti, permettendo quindi un tempestivo intervento di Arpat in caso di intorbidimento delle sorgenti o dei corsi d’acqua. Studio svolto in collaborazione col Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze finalizzato alla messa a punto di una metodologia di monitoraggio delle fratturazioni tenendo conto delle caratteristiche degli acquiferi carsici. Successivamente la metodologia individuata verrà testata su bacini estrattivi o parti di questi, verificando lo stato delle sorgenti impattate, i tempi necessari al manifestarsi degli eventi, e correlando i test, per quanto possibile agli eventi meteorici. Controlli ispettivi con accesso diretto in cava al fine di verificare il rispetto delle attività previste dall’atto autorizzativo e, anche in questi, con particolare attenzione ai fenomeni di inquinamento derivanti dalla dispersione di materiali fini ("marmettola").
Tali attività verranno svolte con approccio innovativo coinvolgendo altre forze di polizia, ed utilizzando metodologie di ultima generazione. Nel 2023 e 2024 sono state realizzate 16 ispezioni, ne sono previste 40 nel 2025 e 60 nel 2026.
Francesco Scolaro