Il Piano territoriale di coordinamento è un grande lavoro di sintesi e collaborazione. Uno strumento di pianificazione urbanistica di livello sovracomunale, nelle mani della Provincia che deve mettere insieme le previsioni di livello superiore con i desiderata e le rispettive decisioni dei vari Comuni. Obiettivo? Coordinare lo sviluppo strategico e urbanistico dando un’occhiata oltre i confini. Il Ptc, approvato nel 2005, contiene soprattutto strategie e linee di indirizzo, perché poi a livello pratico si ferma alle competenze dell’amministrazione di Palazzo Ducale, ossia soprattutto scuole superiori e viabilità provinciale, ma deve poi ‘cucire’ tutto quanto, compresi gli atti comunali, in una sorta di bibbia della pianificazione che non è neppure di facile lettura.
Negli anni è stato oggetto di varianti, come per la chiusura del vecchio ospedale di Massa, e ora è in fase di adozione una nuova variante che serve a conformare lo strumento al Pit, Piano di indirizzo territoriale, della Regione. Ieri, a Palazzo Ducale, nel corso di un incontro presieduto dalla consigliera provinciale Camilla Bianchi, delegata alla pianificazione territoriale, la prima fase di confronto con i Comuni sul piano avviato nel 2020. "Siamo arrivati all’alba dell’adozione del Ptc in consiglio provinciale – ha detto la consigliera Bianchi – . Nei singoli confronti con i Comuni c’è stata la possibilità di approfondire gli aspetti dei relativi territori. C’è ancora un passaggio: saranno inviati gli atti a ciascun Comune e quindi ci sarà la possibilità poi di fare osservazioni".
Sono quattro gli obiettivi generali della variante: aggiornare e integrare il quadro conoscitivo, valorizzare ed innovare le analisi che qualificano l’attuale Ptc; recepire e declinare i contenuti dello Statuto del territorio del PitPpr; rimodulare e proporre rinnovati contenuti della parte strategica. E sulla parte strategica per ora il lavoro è molto tecnico e politico. "C’è un quadro conoscitivo che prende atto delle normative superiori e le acquisisce – sottolinea Camilla Bianchi –, definisce un nuovo quadro per i Comuni e l’ambito in cui si possono muovere. Non è prescrittivo se non per le materie di competenza della Provincia: scuole superiori, strade, viabilità e trasporti".
E’ sul fronte di viabilità e trasporti che le infrastrutture segnano una ‘strategia’, in qualche maniera nella linea del Libro Bianco elaborato da UnionCamere. "Ad esempio si sottolinea la necessità di rafforzamento della linea tirrenica. Si lavora con i Comuni per inserire le rotatorie sui principali incroci con la viabilità provinciale dove mancano" prosegue Bianchi. Dovrebbe essere confermata l’importanza della Fivizzano-Mare. Linee di indirizzo poi vanno in un’ottica di sviluppo green, con grande attenzione alle piste ciclabili negli strumenti programmatori dei Comuni, e la definizione dei siti di rilevanza ambientale da valorizzare. Certo, i Comuni ci mettono e ci metteranno mano, in previsione del consiglio provinciale di adozione a novembre, come evidenzia Bianchi.
Francesco Scolaro