Pellegrino in carrozzina sulla via degli Abati

Matteo Gamerro, 43 anni, ingegnere che progetta aerei, è stato colpito dalla sclerosi multipla ma non ha perso il sorriso e la fede

Migration

di Natalino Benacci

Dalla Val di Susa al Gargano seguendo l’antico Cammino di San Michele, tracciato dal colpo di sciabola dell’arcangelo per scacciare il male. Sono 1.450 chilometri di quello che è considerato " il camino dei cammini" (perchè usa anche altri percorsi) e il primo pellegrino sulla “Linea sacra micaelica“ è Matteo Gamerro, 43 anni, ingegnere che progetta aerei, colpito dalla sclerosi multipla. Una patologia che non ha intaccato la sua voglia di vivere. Matteo viaggia sulla “joelette“, carrozzella fuori strada che gli permette di viaggiare sulle antiche strade con l’aiuto di un accompagnatore. Ad accompagnarlo, i genitori, il giornalista di Linea Verde Sandro Vannucci e alcuni amici che vogliono condividere con Matteo il pellegrinaggio. Il gruppo ha attraversato il Piemonte dal Monferrato ai colli tortonesi sino all’alta Valle Staffora, infine è arrivato a Bobbio. In questi giorni percorre il cammino sino a Lucca. L’anno prossimo arriverà a Monte Sant’Angelo sul Gargano. Lo slogan è “Si può fare“, che è anche un imperativo. Ieri Matteo è arrivato a Pontremoli percorrendo il tracciato della Via degli Abati sui sentieri battuti da San Colombano nel sesto secolo per arrivare a Bobbio e fondare il monastero. "Nelle città e nei borghi, i sindaci e i volontari delle associazioni sono venuti a salutarlo e a ringraziare la mamma, il papà e gli amici che lo incoraggiano - spiega Sandro Vannucci, che è un po’ l’ideatore del tracciato di San Michele -. Basta camminare accanto alla sua “joelette“ per qualche chilometro per capire che il sorriso di Matteo cattura il cuore di chi lo segue e lo sostiene. Matteo da 20 anni è malato di Sla e ha perso anche la voce, ma non il sorriso. È quel sorriso a convincere che questo cammino nel nome dell’Arcangelo Michele si può fare. Lungo il tracciato ci sono solo pochi segnavia, ma presto ci saranno i cartelli a indicare la via a chi vorrà seguire le tracce di Matteo". Ad attendere la comitiva nella zona montana di Cervara, ieri mattina c’erano i soci del Cai e della Associazione Goodbike e Claudio Cocchi, referente del punto tappa parrocchiale. A Pontremoli i viandanti sono stati accolti al Convento dei cappuccini. Nella Piazzetta della Pace si è svolto l’incontro di accoglienza al quale hanno partecipato il vice sindaco Manuele Buttini, la consigliera comunale Clara Cavellini, don Pietro Pratolongo, parroco di San Colombano, il presidente dell’Aldi Paolo Bestazzoni,Gabriella Sordi del gruppo missionario Padre Daniele, i soci del Cai col presidente Emanuele Fenucci, i volontari della Misericordia, Antonella Bonvicini presidente di “Cio nel cuore“, Ivan Velardi, presidente della Pro Loco. "E’ stata un’accoglienza gratificante - ha concluso Vannucci - È possibile, interpretando questo viaggio, lasciarsi avvolgere dal profumo di amicizia, speranza e coraggio. Un slancio che ottiene l’adesione morale di tutti, di un mondo messo in ginocchio dalla malattia, dove la speranza di uno diventa quella di tutti. Se Matteo lo può fare lo possiamo anche noi".