Paletti dell’Arpat al ripascimento La ’colpa’ è delle tartarughe marine

Le nidificazioni della scorsa estate impongono limiti precisi agli interventi sulla spiaggia di Ronchi-Poveromo

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La nidificazione della tartaruga Caretta Caretta lungo le coste apuane durante la scorsa estate è stato certo uno degli eventi ambientali più belli e intensi vissuti dal territorio, seguito da esperti e curiosi ha spopolato sui social. Una novità attesa e desiderata che però oggi mette anche seri paletti alle operazioni di ripascimento del litorale di cui Massa ha tanto bisogno. A metterlo nero su bianco, in particolare, oltre agli uffici della Regione Toscana anche Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, che parte dal dato di fatto che "nei mesi di luglio e agosto 2022 si sono verificati 3 eventi di nidificazione di tartaruga marina (specie Caretta caretta) a Marina di Massa (bagni Nical, Sport e Natura e Carol di Ponente) e un quarto nido è stato registrato a Marina di Pietrasanta".

" I tre nidi di Massa – ricorda – erano collocati all’interno degli arenili in concessione a stabilimenti balneari della zona di Ronchi-Poveromo: uno localizzato circa 500 metri a sud della foce del Fosso Magliano e due a sud del Fosso Poveromo, a distanza di circa 300 e 1.000 metri. In tutti i casi i nidi sono stati scavati sulla spiaggia emersa a pochi metri di distanza dalla battigia. Oltre ai nidi accertati di cui sopra, dove le uova di tartaruga si sono regolarmente schiuse dopo circa 50 giorni di incubazione (settembre-ottobre), in tutto il litorale compreso tra Marina di Massa e Marina di Pietrasanta si sono registrati diversi altri tentativi di nidificazione, identificati con il ritrovamento delle caratteristiche tracce lasciate dalla tartaruga che esplora l’arenile alla ricerca di un sito idoneo senza portare a compimento la deposizione".

Tartaruga che deve essere protetta e tutelata visto che da alcuni anni è tornata a nidificare sulle coste della Toscana scegliendo a quanto pare come territorio prediletto il litorale apuo-versiliese "unica zona di nidificazione rispetto all’intero sviluppo costiero della regione". Una scelta forse dovuta all’aumento delle temperature marine che porta Arpat a presupporre che "nelle prossime stagioni estive proprio i settori settentrionali potrebbero essere quelli più idonei per nuove nidificazioni". Allora bisogna tenerne di conto. Per nidificare la tartaruga ha bisogno di spiagge con bassa pendenza, senza ostacoli e barriere, con una particolare granulometria.

"E’ evidente come un intervento di ripascimento effettuato in queste zone – prosegue Arpat – che alteri la composizione granulometrica delle spiagge emerse possa avere un impatto negativo sulla capacità riproduttiva di questa specie ‘particolarmente protetta. Di conseguenza è necessario che la compatibilità dei materiali del sito di prelievo e di quello di deposizione sia pressoché totale, con netta prevalenza delle sabbie".

Primo paletto a cui ne segue il secondo sui tempi, che diventano ancora più stretti. Le operazioni devono essere fatte comunque a nidificazione e schiusa avvenute. "Risulta inderogabile che le attività di cantiere – ribadisce l’Agenzia – non possano essere ‘effettuate durante la stagione balneare’ (da maggio a settembre), e inoltre verificare cautelativamente - sulla base dei dati inerenti le eventuali nidificazioni - che le attività in progetto non interferiscano con eventuali schiuse nel mese di ottobre".

Francesco Scolaro