
di Francesco Scolaro
"Per 2,5 chilometri di costa esiste il rischio di non poter aprire le attività di stabilimento balneare per la stagione 2021". E’ un documento che mette subito in chiaro la vera emergenza del litorale apuano: lo hanno condiviso i Comuni di Massa, Montignoso, Forte dei Marmi e la Provincia, assieme a Confesercenti Toscana Fiba, Cna Toscana Balneari, Consorzio Balneari e Compagnia del Mare e lo hanno sottoposto alla Regione Toscana durante il primo incontro tecnico per la pianificazione degli interventi contro l’erosione che sta devastando le spiagge a sud del porto di Marina di Carrara.
Un documento che non fa tanti giri di parole: mette in chiaro l’emergenza e chiede risposte, così da non far naufragare nel mare della burocrazia le buone intenzioni e una valanga di milioni di euro. L’emergenza è lampante, riguarda essenzialmente Massa. "Da settembre 2019 la situazione è precipitata", incalza il documento che chiede un ripascimento immediato. E le opere fatte fino a oggi? Una sonora bocciatura: "Non si sono mai conclusi con opere di ripascimento opportune".
L’analisi è estremamente tecnica e passa in rassegna bagno per bagno le situazioni, dividendole per zone di gravità e necessità di sabbia: il totale è di oltre 200mila metri cubi. Basta pensare che il progetto già approvato e parzialmente realizzato di Ronchi Poveromo ne prevede 100mila con un costo di 2,5 milioni di euro circa. Il bagno messo peggio è il Marchini, dove servirebbero oltre 16mila metri cubi di sabbia. Ancora sui 15mila metri cubi per i bagni Maurizio, Mauro, Milano e Giulia. Poi si torna alle celle di Ronchi e Poveromo per raggiungere oltre 200mila. Ed è solo l’emergenza. La richiesta è quella di far ripartire al più presto il cantiere di Ronchi Poveromo per non creare altre emergenze ma anche di rivedere la manutenzione dei pennelli a Ronchi, realizzati nel 2012 ma ormai inutili se non addirittura controproducenti. Il documento individua altri interventi essenziali nell’immediato fra i quali il progetto dal Frigido al Lavello, fermo dal 2007 per il SinSir con ingenti somme già stanziate. Poter utilizzare le sabbie del Magra, a oggi escluse per differenti valutazioni di compatibilità nei parametri di Arpat e Arpal (in Liguria si possono usare i sedimenti del Magra, naturale elemento di ripascimento della costa apuana, e non in Toscana). Poi difesa della sabbia con nuove opere da valutare al tavolo di confronto, in maniera condivisa.
L’affondo al porto di Carrara, "elemento del disastro di un territorio" a causa del quale ci sono "un lungomare inesistente e spiagge retratte a zone private. Siamo terrorizzati al pensiero di possibili ampliamenti, poco giustificati, per i rischi che si correrebbero contro la sostenibilità della costa, già molto compromessa, andando a preoccupare anche territori versiliesi". Infine "sdoganare il concetto di ripascimento, ripristino e riprofilatura snellendo l’iter e consegnando ai privati possibilità di intervento, mantenendo il monitoraggio pubblico", magari prolungando la validità temporale degli interventi approvati fino a 3 anni.