Movida e guerra dei decibel. Smantellati i dehors del Porfirio

Nel locale 9 persone al lavoro: "Fatemi almeno tenere gli ombrelloni"

Il dehors smantellato

Il dehors smantellato

Carrara, 24 maggio 2016 - Smantellato il gazebo del bar Porfirio exclusive cafè a Marina. Chiusura forzata per 5 giorni. Il proprietario Davide Gigli, assistito dal legale Lattanzi: «Fatemi lavorare serenamente, ho 9 dipendenti, quello che è successo sarà una mazzata per la stagione estiva. Sindaco, rimanda tutto a settembre». Movida e locali notturni: altra puntata tra chi vorrebbe trascorrere qualche ora in compagnia gustando un drink o ascoltando della musica e chi desidera dormire senza essere disturbato. Ieri mattina sono arrivati gli operai in via Rinchiosa 43 per smantellare lo spazio all’aperto fornito di tavolini che era in piedi da 16 anni davanti al locale. A decidere di togliere tutta l’impalcatura, basilare per il lavoro del bar, due ordinanze comunali.

La decisione dell’amministrazione però, è arrivata dopo che i residenti del condominio dove è situato il bar, hanno deciso di eliminare il dehors. E questo perché il gazebo in questione era fino a ieri posizionato in un suolo privato, ma ad uso pubblico. Il proprietario ha ricevuto la prima ordinanza comunale nemmeno un mese fa. Nel corso di questo periodo Gigli si è preso del tempo per organizzarsi nello smantellamento. Il Comune non ha voluto comunque sentire scuse ed ha multato per ben 12 volte Gigli, per la modica cifra di 2mila 400 euro. Una vicenda che ha del paradossale: «Mi dicono che sono abusivo: falso. In 8 anni ho sempre pagato il suolo pubblico al Comune, e ora vengo a sapere che il suolo è privato».

Una brutta mazzata per gli affari dell’imprenditore, visto che il gazebo è a tutti gli effetti una parte del locale, dove molti clienti preferiscono stare, anziché entrare all’interno, visto che il bar è molto apprezzato e quindi registra sempre il pienone. Se l’amministrazione comunale non concederà una proroga, Gigli sarà costretto ad affrontare tutta la stagione estiva senza una copertura all’esterno per la pioggia ed i tavoli. Un vero peccato, perché il Porfirio è rimasto uno dei pochi locali che ancora riesce a trattenere i nostri giovani in zona, senza che debbano emigrare nella vicina Versilia per poter trascorrere qualche ora spensierata. «Non ho mai chiesto niente – conclude – a questa amministrazione, nemmeno dopo i danni dell’alluvione. Ho ricevuto atti vandalici affinché chiudessi, ma ho sempre resistito. Ma ora sono al limite. Chiedo solo di poter lavorare. Ho delle persone a cui dare uno stipendio. Chiedo al sindaco Zubbani una proroga: mi permetta di utilizzare almeno alcuni ombrelloni e tavolini fino a settembre: per il mio lavoro è basilare».

Alfredo Marchetti