Le Alpi Apuane sono loro le protagoniste della mostra fotografica e documentaria che anima il Salone degli Svizzeri e il Grottesco di Palazzo Ducale, a Massa, a partire da domani, giorno dell’inaugurazione (alle ore 17), fino al 31 marzo. Si tratta di circa 120 fotografie realizzate da Elia Pegollo e raccolte sotto il titolo emblematico ’Alpi Apuane montagne d’acqua’ in un allestimento che torna a Palazzo Ducale a distanza di alcuni anni in una versione aggiornata e amplificata. La mostra, che ha il patrocinio, tra l’altro, della Provincia, è visitabile dal giovedì alla domenica con orario 16-19 (ingresso libero). Per le scuole è possibile prenotare, su appuntamento, la visita al mattino contattando attraverso un messaggio il numero 334 8995624.
"La mostra ha diverse sfaccettature: quella principale è dedicata all’acqua – spiega Elia Pegollo –. Ci sono moltissime immagini che ritraggono le acque pure delle nostre montagne, quelle che ci ricordano la nostra infanzia lontana, e poi c’è qualche immagine invece delle acque inquinate, purtroppo, come capita spesso dalle nostri parti. Una sezione particolare è dedicata ai fiori e alle essenze floristiche principali delle nostre montagne, ma anche alle piante più comuni che nascono direttamente dalle rocce. C’è poi la sezione del bosco visto nelle diverse stagioni. Ci sono le montagne innevate, quando nevicava ancora sulle Alpi Apuane, con moltissime immagini accattivanti delle Apuane ricoperte di neve".
Altri spaccati della mostra riguardano le insidie nei confronti del nostro territorio "e soprattutto da parte delle cave di alta quota, quelle che distruggono il nostro ambiente, quelle che non tengono nella minima considerazione le radici profonde della nostra identità – continua Pegollo -. Una particolare attenzione l’abbiamo posta anche nei confronti della geologia del nostro territorio, della sua capacità di assorbire l’acqua, di immagazzinarla e di custodirla negli acquiferi profondi. Ci sono immagini recentissime come la Centaurea Montis Borlae unica nel globo terrestre che si vede esclusivamente in una nicchia particolare tra il Borla e la Foce di Pianza e che è l’endemismo che ci caratterizza proprio a livello planetario perché vive solo ed esclusivamente in questa piccola nicchia dissacrata dalla presenza di cave che stanno distruggendo una delle particolarità botaniche più importanti della nostra zona".
Ci sono altri esempi unici di essenze che vivono sulle nostre Apuane come la silene lanuginosa, la sassifraga callosa e la Rosa Serafinii "che vive soltanto in 2 stazioni della Apuane, sul Carchio e il monte Cavallo delle Apuane meridionali. Quella – aggiunge Pegollo – è stata una delle poche vittorie della Pietra Vivente nel tempo: siamo riusciti a far chiudere una cava che toglieva praticamente l’habitat a questa pianta".