"Martinelli in conflitto di interessi. Ha minacciato per la Fondazione"

Il centro sinistra denuncia: "il ruolo ambiguo del vice sindaco"

Consiglio comunale

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Carrara, 17 gennaio 2019 - «Il conflitto di interessi» del vice sindaco Matteo Martinelli nel mirino dell’opposizione. Le forze del centro sinistra si uniscono con un comunicato in cui denunciano «le minacce del vice sindaco grillino ad aziende e rappresentanti della Fondazione CrC». «I pentastellati – si legge in un comunicato – guardano il dito e non la luna: reagiscono in modo scomposto alle nomine della Fondazione quando si ritrovano una giunta soggetta a un potenziale grave conflitto d’interessi. Sull’elezione del presidente hanno trattato la Fondazione alla stregua di una partecipata del Comune, dimostrando incapacità di dialogo».

Invitando la giunta «a guardare in casa propria», ricordano che Martinelli «svolge attività politica con delega alle Finanze del Comune e al contempo opera come funzionario dell’Agenzia delle Entrate, che controlla cittadini e aziende in materia tributaria, servendosi anche di ispezioni. In questo caso il conflitto d’interessi si è manifestato in modo palese e sinistro. Attraverso comunicati stampa, il vicesindaco ha rivolto messaggi sibillini, ma minacciosi ai rappresentanti delle imprese e degli altri soggetti coinvolti nelle nomine della Fondazione». Aggiungendo che «Martinelli ha un ruolo improprio di tutore del sindaco che rischia poi di dilagare alla materia urbanistica, vedi la gestione degli alloggi pubblici. E di inquinare la realizzazione di alcune importanti opere come il water front e l’area portuale».

Da qui il centro sinistra punta il mirino sull’assessore Andrea Raggi all’Economia del mare «che è anche responsabile delle vendite e della Selmar, azienda che si occupa di forniture per l’industria navale. Sulla “questione marmo” la tutela di interessi altri da quelli della collettività è stata già dimostrata dall’immobilismo della giunta. Un sonno interrotto sporadicamente da provvedimenti in contrasto con gli annunci roboanti della campagna elettorale a Cinque stelle che prometteva di ribaltare i privilegi del lapideo. La lista si allungherebbe se ci addentrassimo nell’assegnazione di incarichi professionali, nomine in partecipate e altre scelte di modesto cabotaggio, su cui preferiamo sorvolare. Non possiamo invece tacere sul fatto che tutte le scelte e gli immobilismi dei 5 stelle siano dettati dal conflitto tra interessi particolari e interesse comune, con grave danno alla città. Il settore lapideo ne è forse l’esempio più lampante, vedi l’iniquo innalzamento delle tasse a carico delle fasce più deboli».