Carrara, 12 marzo 2024 – “I regolamenti su filiera corta e contingentamento ci sono, basta applicarli". Così interviene sul dibattito delle leggi del marmo, Matteo Martinelli, consigliere dei 5 stelle, che quel regolamento hanno approvato. "L’articolo 21 – spiega Martinelli – prevede concessioni solo per le imprese in grado di superare la soglia del 50% di lavorazione in loco. Si tratta di una norma regionale fatta propria dal regolamento comunale con il voto favorevole dei soli 5 Stelle e con il voto contrario di Pd e delle forze di ’sinistra in consiglio. All’attuale amministrazione a trazione Pd spetta il compito di compiere passaggi tecnici, sotto una cornice già definita. Per il contingentamento, nel 2021, con l’approvazione dei piani attuativi di bacini marmiferi, il Movimento 5 Stelle ha assegnato a ciascuna cava un quantitativo massimo scavabile per i successivi 10 anni, con voto contrario del Pd.
Sicuramente il complesso quadro regolamentare introdotto dall’amministrazione De Pasquale avrà bisogno di correttivi su cui saremo ben felici di contribuire, ma registriamo che le norme scritte dai 5 stelle non sono state toccate. Sul fronte imprenditoriale, non cambia l’atteggiamento di buona parte delle aziende intente a ricorrere al tribunale contro qualsiasi intervento delle istituzioni. Tentativi che si risolvono spesso a favore del Comune – conclude il consigliere -, tuttavia siamo lontani da un equilibrio condiviso volto a una gestione sostenibile della risorsa che possa assicurare futuro e benessere alla città".
Nel dibattito si inserisce anche la Cisl con il segretario di area vasta Andrea Figaia e Lorenzo Sichei della Filca Cisl, i quali se la prendono con il Pd. "Se i Dem, dopo avere cogovernato per decenni, assieme al padronato e a parte del sindacato, difendono la legge 35, significa che hanno capito poco. Le concessioni date a tutte le cave, ormai, traghettano il diritto ad escavare fino al 2042. La legge 35, che risale al 2015, è stata già cambiata un paio di volte, senza un confronto sindacale, ma cogestita con le imprese. Di proroga in proroga, di ricorso in ricorso, gli industriali potranno ricorrere anche contro la tracciabilità che rischia di finire nel dedalo dell’immobilismo".
Poi la Cisl interviene sull’articolo 21 e parla di "progetti che non partono mai. Con l’ articolo 21 le imprese hanno ottenuto un vantaggio assai proficuo: anni di attività estrattiva, con progetti al momento provvisori, alcuni assai dubbi o di difficile realizzabilità. A voler essere ottimisti – scrivono Figaia e Sichei – occorrerà vederli bene e capire se il Comune poi dirigerà i lavori oppure delegherà alle aziende tempi e procedure, senza controlli. Perché le aziende hanno già avuto la proroga ultradecennale senza dare alcunché di concreto in cambio, tantomeno sul piano occupazionale".
Da sempre critici con le politiche del marmo, i vertici di Cisl ricordano che "al monte il settore occupa soltanto 650 addetti a Carrara e circa 800 in tutta la provincia. In attesa della tanto sbandierata filiera, con il rischio si rimettere mano anche al Piano del paesaggio del Parco delle Apuane, in una logica molto molto vicina a una specie di deregulation totale". "La Cisl – scrivono – continua la propria azione rivendicativa: assumere gente in cava e filiera. A proposito i 150 milioni di stipendi vantati dagli industriali sono intanto dovuti e non una concessione liberale". Infine il sindacato insiste sul contratto nazionale, contratto di secondo livello, sulla formazione e sulla sicurezza sul lavoro. "Si contano più di 15 morti in 10 anni con un cluster terribile di mortalità. Cerchiamo un confronto finalizzato a preservare le Apuane quanto ormai possibile, ad ogni costo".