
di Cristina Lorenzi
Allarme e preoccupazione sulle leggi delle cave e dell’escavazione. Convenzioni di portata storica fra Comune e concessionari avvenute all’oscuro della commissione Marmo, proposte di modifiche portate in commissione, bloccate e poi finite nel nulla, infine la correzione allo schema di convenzione che nel giro di poco più di un mese potrebbe cambiare completamente gli accordi fra Comune e industriali in tema di controlli e monitoraggio su filiera e adempimenti. Preoccupata l’opposizione che lamenta di aver saputo dalla stampa i nuovi accordi con gli imprenditori sull’articolo 21 e soprattutto sottolinea un fermento sospetto nel settore del marmo fatto di sassi lanciati e ritirati, fibrillazione poco comprensibile e soprattutto una ’manina’ che ha modificato la determina relativa alla proroga di convenzione che nel giro di un mese ha visto scomparire dettagli fondamentali. In particolare ci si riferisce alla determina del dirigente Giuseppe Bruschi che l’8 maggio si riferiva a uno schema di convenzione che recitava all’articolo 5 che "il concessionario è obbligato a far pervenire al Comune con cadenza biennale tutta la documentazione sugli adempimenti" e parla di monitoraggi da parte del Comune ogni due anni. Una situazione che cambia il 14 giugno quando lo schema di convenzione prevede invece che "il concessionario è tenuto a far pervenire la documentazione" e scompaiono la parola ’obbligo’ e i controlli ogni due anni. Una sfumatura tecnica che politicamente può voler dire molto. Una ’manina’ che ha fatto sobbalzare più di un politico armando l’opposizione. Fra questi il rappresentate dei 5 stelle Matteo Martinelli il quale sull’articolo 21 rivendica la patria potestà e che lamenta che "la commissione marmo sia stata esclusa dall’intero iter che ha portato alla convenzione. Se la commissione marmo ha appreso dalla stampa la stipula della prima convenzione, altresì vero che le modifiche tecniche sono attinenti al regolamento. Ma se la prima andava bene che bisogno c’era di cambiarla?". Sospetti che possono essere letti in vario modo: una forma più agile di convenzione che potrà più semplicemente essere cambiata in caso di interventi futuri. Oppure a essere più maliziosi, una ’manina’ che lascia più spazio e libertà nel rilascio delle concessioni e nei successivi controlli sulla filiera che saranno determinanti per il rilascio di permessi di escavazione. Della questione sarà chiesto conto alla sindaca Serena Arrighi nel corso del prossimo consiglio comunale.