Dal marmo in arrivo un tesoro da 27 milioni

Boccata d’ossigeno per le casse comunali. Le previsioni di entrate 2021 da canoni di concessione e contributi di estrazione. Cifre in rialzo persino sui livelli pre-Covid del 2018 e 2019

Cave di marmo (foto di archivio)

Cave di marmo (foto di archivio)

Carrara, 30 novembre 2021 -  Almeno 27 milioni di euro. E’ questa la cifra che si stima possano raggiungere le entrate del settore marmo a fine anno per il Comune. Per il momento si tratta solo di una previsione che, però, sembra essere al ribasso visto che al 31 ottobre piazza II Giugno aveva già accertato incassi per poco meno di 23 milioni e quindi introiti medi superiori ai due milioni al mese. Di questi soldi la parte del leone la fanno, ovviamente, i blocchi che nei primi dieci mesi dell’anno hanno garantito alle casse di palazzo civico un tesoretto, o forse sarebbe più corretto dire un tesorone, di 18,6 milioni di euro, di cui 4,4 derivanti dal canone di concessione e i restanti 14 dal contributo di estrazione.  

Per quanto riguarda le altre tipologie di materiali portati a valle, le scaglie bianche hanno garantito un incasso di 3 milioni di euro da gennaio ad oggi, mentre quelle scure hanno superato di poco il milione. Scogliere e terre, invece, hanno portato rispettivamente 141mila e 131mila euro ciascuna alle finanze comunali, mentre dal pietrisco sono arrivati poco meno di 14mila euro. Cifre che permettono all’amministrazione di prendere un’importante boccata d’ossigeno dopo le vacche magre del 2020 quando, a causa dello scoppio della pandemia, dal marmo arrivarono circa 22 milioni di euro. Non solo. Se non ci saranno imprevisti piazza II Giugno dovrebbe arrivare a superare anche i 26,4 milioni fatti registrare nel 2018, mentre nel 2019 non si era andati oltre i 23,8 milioni di euro. Tutto ciò a fronte di una produzione che in questo 2021 è tornata in linea con gli anni precedenti la pandemia, assestandosi anzi forse un poco sotto.  

A ottobre, d’altronde, dalla pesa di Miseglia erano passate 704mila tonnellate di blocchi, contro le 562mila del 2020 e, soprattutto, le 717mila del 2019 e le 754mila del 2018. Se si continuerà su questo trend l’anno si dovrebbe chiudere attorno alle 840mila tonnellate portate a valle, 150mila più del 2020, ma in leggero calo rispetto agli ultimi anni prima dell’arrivo del Covid. Per quanto riguarda invece le scaglie bianche, in questi dieci mesi ne sono passate dalla pesa 821mila tonnellate, 60mila in meno del 2020 e ben lontane dal milione abbondante che era transitato a ottobre 2018. Sono di contro aumentate le scaglie scure che hanno già toccato quota 822mila, quando in tutto il 2020 si era chiuso con 905mila. Per quanto riguarda terre e scogliere, infine, si registra la cifra record di 37mila tonnellate, ben più delle 20mila di tutto il 2020, mentre le terre per ora sono ferme a quota 203mila.  

«A fronte di un calo dei blocchi estratti, il gettito nelle casse del Comune è comunque aumentato – sottolinea l’assessore al Marmo Matteo Martinelli -. Questo è l’effetto del rialzo delle tariffe voluto dall’amministrazione che ha riguardato in particolare i materiali più pregiati. Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una diminuzione dei volumi prodotti dovuti a fattori di carattere straordinario come la pandemia. L’introduzione nel 2020 del contingentamento delle produzioni di ciascuna cava, stabilito in linea generale dal Piano regionale e definito per ciascuna cava dai Pabe avrà come indubbio risultato quello di traslare alle generazioni future i benefici derivanti dall’utilizzo dei giacimenti in essere. È nostro dovere - conclude l’assessore Martinelli - preservare con grande parsimonia e attenzione questo immenso patrimonio dal valore economico, sociale, paesaggistico e identitario".

Claudio Laudanna