L’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico (Grig) ha inviato una nuova istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il "gravissimo, conclamato e ormai cronico, inquinamento da marmettola delle acque destinate all’uso potabile nelle falde e nei corsi d’acqua delle Alpi Apuane, in particolare nei bacini del Frigido e del Carrione". Una richiesta inviata a Commissione Europea, Ministeri della cultura e dell’ambiente, Regione Toscana, Parco Alpi Apuane, Arpat, Carabinieri forestali e del Noe, Comune di Massa e Procura di Massa. "La sistematica presenza della marmettola nelle falde e nei corsi d’acqua delle Apuane comporta rilevanti danni ambientali, forti problematiche sanitarie e ingenti danni economici – scrive il Grig –. Una situazione di gravissimo inquinamento troppo spesso minimizzata e sottaciuta. Centinaia di migliaia di metri cubi di acqua dei fiumi e dei torrenti delle Alpi Apuane, del Frigido in particolare, sono inquinati dalla marmettola. La causa è esclusivamente l’attività illecità rappresentata dagli scarichi abusivi dell’estrazione del marmo".
Il Grig ricorda inoltre che nell’ultima comunicazione il Ministero dell’ambiente ha evidenziato che le Regioni hanno "obbligo di redigere un Piano di Tutela delle Acque per il proprio territorio, che costituisce uno ‘specifico piano di settore’ del Piano di Gestione". Ma del piano per la tutela delle acque della Toscana "e di adeguate misure di salvaguardia non si vede l’ombra. Non si tratta di una piaga biblica, immutabile e irrisolvibile, ma di fenomeni illeciti fin troppo tollerati, in palese contrasto con gli obblighi comunitari, nonché con le normative nazionali".