
Annega in mare a Marina di Massa
Partaccia (Massa Carrara), 17 luglio 2021 - E’ sempre fitto il mistero intorno all’identità dell’uomo affogato giovedì mattina nello specchio d’acqua davanti alle ex colonie, tra la Ugo Pisa e la Torre Fiat di Marina di Massa. Nessuno, finora, si sarebbe infatti presentato, né alla Guardia costiera nè in Questura, per identificare quel corpo che a 48 ore di distanza dalla morte resta senza un nome. Era un uomo alto e robusto che nella spiaggia libera, da dove si era buttato in acqua malgrado i divieti di balneazione e le bandiere rosse, aveva lasciato una borsa con dentro soltanto indumenti da mare e creme solari.
Forse un turista straniero arrivato da solo sul litorale apuano. Neppure il tentativo della polizia di identificarlo attraverso le impronte digitali ha dato risultati. La difficoltà di dare un nome all’uomo porta a escludere che sia una abitante della zona o comunque conosciuto. Fino a ieri sera nessuno invece si è rivolto alle forze dell’ordine per segnalare l’assenza prolungata di un parente, un amico, un vicino di casa.
L’ipotesi a cui cercano conferma le forze dell’ordine è che l’uomo soggiornasse per una vacanza in una zona non molto distante dalla spiaggia libera dove si è consumata la tragedia, che potrebbe aver raggiunto a piedi o in bicicletta. Si stanno dunque battendo i campeggi della Partaccia vicino al tratto di mare davanti alle ex colonie. Intanto, come accade di prassi in questi casi, è stata diramata in tutta Italia una nota di ricerca di persona scomparsa. Nessun mistero sembra invece rimasto sulla dinamica della tragedia avvenuta giovedì mattina, poco prima delle 10.30 sotto gli occhi delle persone sulla spiaggia libera dove, hanno segnalato diversi bagnanti, non c’è un bagnino a garantire la sicurezza.
L’uomo sarebbe stato visto scendere in acqua dalla spiaggetta sassosa davanti al circolo della vela, e nuotare forse per raggiungere la secca. Ma l’altra mattina arrivare in quella “pozza” non era affatto semplice a causa della corrente molto forte che spingeva l’acqua tra le scogliere. L’uomo avrebbe superato gli scogli, forse cercando di resistere e tornare verso la spiaggia. Qualcuno ha lanciato l’allarme, forse lo ha visto annaspare. Si sono subito mossi i mezzi della Guardia costiera e la squadra dei soccorsi acquatici dei vigili del fuoco. Insieme a solo dei velisti del vicino club nautico.
Per aiutare i soccorritori, quando hanno individuato il corpo, sono scesi in acqua Valter Kiss e Lino Amorfini, del vicino Centro Sub Alto Tirreno, channo messo in moto un gommone per raggiungerlo il più rapidamente possibile e provare a salvarlo. Non c’era già più niente da fare in realtà, se non recuperare il cadavere e riportarlo in spiaggia. Dopo il nulla osta del magistrato di turno il trasferimento all’obitorio dove si spera arrivi presto qualcuno a confermare un nome. Pochi per ora gli elementi utili: una catenina d’argento con un crocifisso, corporatura robusta, età tra i 50 ed i 60 anni, pelle bianca, nessun segno particolare. Una vita finita in attesa si possa recuperare la parte vissuta. Maria Nudi