REDAZIONE MASSA CARRARA

Lottizzazione a processo. Tutti assolti dopo 15 anni per il Masero di Licciana

La sentenza del tribunale di Massa per i 5 imputati:progettisti ed esecutori. L’inchiesta ha bloccato il piano del 1992, i lavori erano iniziati nel 1999 .

Lottizzazione a processo. Tutti assolti dopo 15 anni per il Masero di Licciana

Tutti assolti perché "il fatto non sussiste". La sentenza emessa dal Tribunale di Massa sulla lottizzazione del Masero tira una riga su una vicenda giudiziaria che ha tenuto col fiato sospeso per più di quindici anni gli imputati, portato al fallimento quattro imprese edili, bloccato il completamento degli oneri di urbanizzazione, terrorizzato gli acquirenti che per anni hanno temuto di vedersi sfrattati dalle loro proprietà. Al centro, il piano di lottizzazione elaborato nel 1992, approvato dal consiglio comunale l’anno dopo con inizio lavori nel 1999 e nel 2007 entrato nel mirino della Procura. Con grande soddisfazione dei legali difensori e dei consulenti tecnici di parte che hanno stigmatizzato e dimostrato l’infondatezza della tesi accusatoria, gli imputati sono stati assolti: il progettista e direttore dei lavori Graziano Testa difeso dall’avvocato Stefano De Ferrari, il titolare della ditta esecutrice Claudio Beverini difeso dall’avvocato Anna Ida Conti, i fratelli Mauro e Leandro Terenzoni, anch’essi esecutori con l’omonima ditta di due degli otto fabbricati e difesi dall’avvocato Filippo Coppelli, il presidente della coop Paolo VI Giovanni Rosi difeso dall’avvocato Emilio Vettori.

"Una lottizzazione finita nelle sabbie mobili di un ostruzionismo amministrativo prima, e dopo in una lunga vicenda giudiziaria che ha cercato inutilmente colpevoli" commenta Paola Mancuso, consulente tecnico giuridico nel team di professionisti che ha collaborato con le difese. Ora si attendono le motivazioni della sentenza ma nelle memorie difensive prodotte, il dito è puntato contro "errori gravi" da parte del Comune e dei suoi tecnici.

"In questi anni è stata evidente l’anomalia nella condotta del Comune di Licciana tra l’apparente ricerca della soluzione che, però, nello stesso tempo non era confermata dai fatti arrivando a costituirsi parte civile" sostiene Mancuso. Nel 2009 il Comune di Licciana avviava il procedimento di revoca di tutti i titoli abilitativi e di annullamento del piano di lottizzazione. Dopo innumerevoli atti e provvedimenti, nel 2020, come nulla fosse successo, il Comune invitava a completare gli oneri di urbanizzazione. "Con il sindaco scomparso (Pierluigi Belli, ndr) e l’allora segretario comunale Alessandro Paolini – sostiene Mancuso – c’era stata un’interlocuzione intensa che sembrava aver definito almeno in via amministrativa alcuni elementi della questione. In quel momento emerse chiaramente come i fatti fossero stati sovradimensionati e che, anche laddove si fossero state difformità in merito a standard e aree disponibili, in realtà c’era una situazione amministrativa che ne avrebbe consentito e permesso agevolmente la sanatoria". "I danni di questa gigantesca bufala non saranno cancellati da una sentenza che pur restituisce un importante riscatto morale. Attendiamo le iniziative di chi non può certo vedersi restituiti 15 anni di vita". Per ora nessun commento dal Comune di Licciana.

Michela Carlotti