L’export del marmo sta guarendo dal Covid

Il report trimestrale dei distretti toscani di Intesa San Paolo mostra un +20% di vendite del grezzo: -6 però rispetto ai risultati pre pandemia

Migration

Il marmo di Carrara sta bene, ma non è ancora tornato ai livelli di prima della pandemia. A certificare lo stato di salute del distretto lapideo apuano è il Monitor trimestrale dei distretti della Toscana realizzato dall’Istituto studi e ricerche di Intesa San Paolo. In un quadro generale nel quale "i distretti tradizionali toscani nei primi tre mesi 2022 hanno realizzato 5,7 miliardi di euro di esportazioni a prezzi correnti, superando di circa un miliardo il valore del primo trimestre 2019 (+20,1%) e del corrispondente periodo 2021 (+23,3%)" la pietra delle Apuane si mostra in ripresa anche se, almeno per quanto riguarda le esportazioni di materiale grezzo, i livelli del 2019 sono ancora lontani.

"Il distretto del Marmo di Carrara – spiegano gli esperti di Intesa San Paolo -, nonostante la crescita rispetto al 2021 del 20,3%, mostra un divario con il 2019 del -6,1%. Un dato maturato principalmente nella componente grezza, mentre le vendite di marmo lavorato hanno raggiunto i livelli pre-crisi".

Tradotto in numeri le esportazioni del distretto carrarese nel 2021 hanno registrato quota 679,4 milioni di euro, con una crescita del 21,7 rispetto al 2020 e, invece, un calo del 4,4 rispetto a due anni prima. Una tendenza confermata anche nei primi tre mesi del 2022 quando le esportazioni si sono attestate a poco meno di 160 milioni di euro, vale a dire il 20,3 meglio dello stesso periodo del 2021, ma ancora lontane 6,1 punti percentuali da quanto fatto registrare tra gennaio e marzo 2019.

Per quanto riguarda i principali mercati di sbocco delle pietre apuane saldamente in testa ci sono gli Stati Uniti dove hanno toccato quota 43,4 milioni di euro praticamente di soli lavorati (42,6 milioni) per un aumento di 9,3 milioni rispetto al 2021 di 9,1 milioni (+9,3 solo i lavorati) e superiore anche ai 42,7 milioni dei primi tre mesi del 2019. Secondo mercato di riferimento è poi quello cinese, ma in questo caso a far la parte del leone sono le pietre grezze. Da gennaio a marzo le esportazioni in Cina hanno toccato quota 28,7 milioni (di cui 27,2 di grezzo), 4,6 in più rispetto al 2021, ma in ritardo rispetto ai 36,1 del primo trimestre 2019. Seguono in questa classifica Emirati Arabi (8 milioni), Regno Unito (6,9 milioni), Arabia Saudita (6,5), India (6,5), Francia (5,7), Qatar (4,4), Indonesia (4,2) e Australia (4).