L’eterno rito della transumanza Un centinaio di mucche e vitelli in marcia fino al Monte Molinatico

Zeri, la mandria guidata dal pastore Diego Rubini, il padre Paolo e il figlio Brando ma anche turisti e curiosi

L’eterno rito della transumanza  Un centinaio di mucche e vitelli  in marcia fino al Monte Molinatico
L’eterno rito della transumanza Un centinaio di mucche e vitelli in marcia fino al Monte Molinatico

Nelle valli di Zeri, anche quest’anno si è ripetuto il tradizionale rito della transumanza da parte della famiglia Rubini. La loro mandria, costituita da un centinaio di capi fra mucche e vitelli di razza limousine, è stata infatti felicemente trasferita dai recinti dove stazionava durante il periodo invernale – nei pressi del Passo del Rastrello – fino agli sterminati pascoli del Monte Molinatico: un mare d’erba costellato di fresche sorgenti d’acqua di montagna, dove le bestie resteranno fino all’autunno.

In testa alla mandria Diego Rubini, erede di una famiglia composta da sempre da allevatori di pecore e bovini. Diego benchè abbia studiato e a suo tempo avesse avuto un sicuro posto di lavoro, in qualità di impiegato di banca, a un certo punto ha sentito il richiamo ancestrale di quel mondo fatto di animali, pascoli, nascite, belati, marce sotto la neve per foraggiare il bestiame. Ha seguito pertanto le orme dei suoi avi, scegliendo la strada che gli ha indicato il cuore. Con lui a dirigere la marcia delle mucche il padre Paolo e il figlio Brando, che quest’anno frequenterà il liceo scientifico, uno stuolo di amici cui si sono aggiunti turisti e curiosi. Muniti di scarponi e pertiche hanno aiutato quindi a contenere la mandria all’interno degli antichi tratturi battuti dai pastori per giungere in alta montagna. Le bovine Limousine, razza da carne di origine francese, sono bestie forti, impetuose, abituate a vivere allo stato brado: partoriscono i vitelli all’aperto e con energia si inerpicano sulle balze scoscese che incontrano lungo il cammino, attraversando torrenti e canali dove si fermano a bere in massa. Ogni tanto, qualcuna a lato tende a sbrancarsi, ma i cani da pastore e i mandriani di Rubini, le fanno presto rientrare in fila con le altre.

E’ una marcia di 40 chilometri quella che la mandria percorre: partiti dal Passo del Rastrello, si passa per Zum Zeri dove vacche e vitelli stazionano tutta la notte sopra Guinadi. L’indomani arrivano al Bratello e poi nell’ultimo tratto, salgono sul Molinatico. "E’ il loro paradiso terrestre, lassù in vetta – spiega Diego – Tutta l’estate si ciberanno di saporite erbe di montagna, abbeverandosi a sorgenti d’acqua pura. Se c’è il pericolo dei lupi? Certamente, però questi sono bovini molto gregari e combattivi: la notte ad esempio la mandria dorme tutta unita con i vitelli al centro. Nessun lupo si arrischierebbe ad affrontare quella selva di corna e zoccoli, sarebbe morte certa…".

Poi occorre controllare con regolarità le bestie. "Quest’anno abbiamo 2 Gps che da qualsiasi distanza con il cellulare lavorano via satellite, quindi possiamo seguirne quotidianamente i loro movimenti – aggiunge – Comunque, come sempre, anche se tutto risulta tranquillo veniamo una volta la settimana a fare un sopraluogo approfondito, un controllo su ogni singolo capo". Anche Brando, suo figlio, un domani potrebbe seguire le orme paterne, portando avanti la tradizione dell’allevamento... "Difficile rispondere – chiude Rubini – Il ragazzo si sta aprendo adesso alla vita e fra l’altro è molto bravo negli studi. Di fronte a questa domanda, i miei vecchi avrebbero detto: “Il futuro è nelle mani di Dio“. E sono d’accordo. E’ così, anche nelle incantate Valli di Zeri."

Roberto Oligeri