L’ultimo saluto a Leonardo Costi. "Esempio per i giovani"

Polemiche per il minuto di silenzio non rispettato da tutti prima del match dell’Audax. Lara Benfatto: "Il suo ricordo resterà impresso nell’immaginario di molti sportivi"

Il funerale

Il funerale

Carrara, 20 marzo 2024 – “Sembrava un colosso, nell’immaginario era uno immortale, alto, tosto, ex giocatore con un bel gancio. Difficile oggi pensare che non c’è più". Così don Augusto Lucchesi ha ricordato Leonardo Costi, il giocatore di basket deceduto sabato mattina al termine di una malattia che lo ha marcato stretto fino a vincere la partita della vita. Ai funerali, celebrati nella chiesa del Bambino Gesù della Perticata, c’era rappresentato tutto il basket carrarese, di ieri e di oggi: giocatori con i capelli grigi che con Costi hanno condiviso gioie e dolori su tanti campi di gioco (assente qualcuno che è già andato avanti), dirigenti, allenatori, qualche ex ragazzo delle giovanili da lui allenate.

Nel ricordare le tre virtù teologali (fede, speranza e carità) don Lucchesi ha ricordato le debolezze umane e il bisogno che ciascun uomo ha degli altri. Presente anche l’assessore allo Sport Lara Benfatto, che con Costi aveva anche un legame di parentela: "un grande atleta, determinato, un esempio per tanti, che resterà nell’immaginario di molti sportivi". Per il partito repubblicano (la famiglia viene da una lunga militanza nell’edera) sono intervenuti l’ex sindaco Alberto Pincione e l’ex presidente della circoscrizione Centro Gianpaolo Pezzica.

Costi prediligeva i soprannomi, secondo le caratteristiche personali ne aveva uno per ciascuno, come il famoso "mani di pietra" riservato a quei ragazzi che sbagliavano molto sotto canestro. Attaccata la canotta di Amatori, Carrara Basket e Audax al chiodo, Costi era restato nel mondo del basket nella veste di allenatore (sponda Audax) fino ad alcuni anni fa. Poi ogni tanto si vedeva al palazzetto di Avenza perché il richiamo della palla a spicchi era sempre forte, ma negli ultimi anni non si era più visto, anche perché deluso dalla decadenza del basket locale. La salma è poi partita alla volta del cimitero di Turigliano dove riposerà.

Domenica pomeriggio Costi era stato ricordato con un minuto di silenzio anche al palazzetto dello sport dove per tante volte si era seduto sulla panchina di allenatore. Prima della palla a due tra Audax e Valdicornia, squadre schierate in campo, ciascuna sulla linea della propria area, ma tra il poco pubblico presente (non più di una cinquantina di persone, compreso un gruppetto ospite) in diversi (sponda carrarese) non hanno ritenuto opportuno alzarsi in piedi. In tanti anni al palazzetto di Avenza (che solo formalmente, da oltre due anni continua ad essere inibito al pubblico) se ne sono viste tante, ma questa non era ancora successa.

E’ prassi, quando c’è il minuto di silenzio, alzarsi in piedi in segno di rispetto per la persona deceduta, anche se magari non la sia mai conosciuta personalmente o al limite anche se non si è al corrente del motivo per il quale si osservi il minuto. Un fatto simile ma non uguale, era accaduto oltre un decennio fa, quando in una amichevole di pallamano tra la Farmigea di Carrara e la nazionale albanese al palazzetto di Avenza, erano stati suonati gli inni nazionali e una parte del pubblico non si alzò in piedi.

Gesti semplici che non costano fatica ma che hanno un grande significato etico. Spesso si dice che lo sport è scuola di vita, che aiuti ad insegnare il rispetto delle regole ai ragazzi. Ma evidentemente anche il pubblico (o almeno una parte di esso) ha tanto bisogno di imparare le regole.