Lavoro nero tra le vigne in Candia Maxi multa per l’imprenditore

Blitz dell’Ispettorato sulle colline massesi: in subappalto 9 extracomunitari pagati 5 euro invece che 12. L’azienda vitivinicola apuana estranea ai fatti, Coldiretti: "Bene i controlli effettuati dai carabinieri"

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di Alfredo Marchetti

Un boccale di vino ’avvelenato’ dal lavoro in nero. Stangata per un imprenditore di origini pakistane, ma con azienda di Grosseto, che aveva preso in subappalto la raccolta dell’uva dall’azienda vitivinicola Bel fior a Mirteto (totalmente estranea ai fatti). La maxi multa di 48mila euro circa riguarda dell’impiego irregolare di 9 lavoratori extracomunitari. Tutto è nato da un controllo dell’ufficio del lavoro mercoledì scorso. I carabinieri Ispettorato del Lavoro provinciale, in collaborazione con il nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Massa, nell’ambito dei controlli svolti in

agricoltura durante il periodo della vendemmia, si sono avventurati sulle colline massesi. Dalle prime verifiche e dagli accertamenti svolti in sinergia con il Norm i militari hanno identificati i 9 lavoratori (7 di nazionalità Bangladesh, 1 Mali, 1 Pakistan) ospiti dei centri di accoglienza di La Spezia. Questi risultavano essere impiegati irregolarmente da un’impresa con sede a Grosseto e gestita da un cittadino pakistano, dimorante in Massa, che organizzava il trasferimento dalla stazione ferroviaria ai vigneti della zona dove venivano utilizzati giornalmente i lavoratori.

I nove stranieri sono risultati dagli accertamenti dei militari lavoratori ’in nero’ percependo una paga oraria di 5 euro (il corrispettivo pattuito nell’ambito dell’appalto con l’impresa agricola committente prevedeva invece una remunerazione di euro 12 all’ora). Per l’imprenditore pakistano è scattata la maxi multa e la sospensione dell’attività lavorativa (revocabile con la regolarizzazione dei dipendenti). La titolare dell’azienda vitivinicola Silvia Bellè spiega l’accaduto: "C’era un contratto di subappalto, avevamo acquisito tutti i loro documenti. Dal controllo dell’ispettorato è poi emerso che non erano quelli presentati. A noi non è stato contestato nulla: l’ispettorato ha rilasciato il verbale di ispezione". Ovviamente non poteva mancare un commento anche della stessa Coldiretti: "Bene i controlli nelle campagne da parte del nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro provinciale in collaborazione con il nucleo operativo e radiomobile della compagnia di massa per scovare situazioni di sfruttamento e lavoro nero".

Coldiretti ringrazia i nuclei di investigazione per "aver stroncato un vergognoso esempio di irregolarità ai danni dell’impresa agricola. La recente azione messa in campo sulle colline di Massa in occasione della vendemmia ha permesso di far emergere – come riferisce la nota degli investigatori - una situazione di grave irregolarità da parte di un’azienda con sede a Grosseto e gestita da un cittadino pakistano che sfruttava lavoratori stranieri per la raccolta dell’uva pagandoli 5 euro l’ora quando il corrispettivo pattuito nell’ambito dell’appalto con l’impresa agricola committente prevedeva invece una remunerazione di euro 12 all’ora. Dalla ricostruzione dei fatti – spiega Coldiretti Massa Carrara - è emerso che le generalità dei lavoratori ingaggiati dall’azienda che avrebbe dovuto fornire il servizio di manodopera agricola per la raccolta dell’uva non erano quelli indicati sui documenti presentati all’azienda agricola committente così come le condizioni di retribuzione pattuite. L’azienda vitivinicola massese è pertanto parte offesa in tutta questa vicenda". Nell’intervento, Coldiretti ci tiene a precisare che la realtà apuana non è coinvolta in questo genere di comportamenti ai danni dei lavoratori: "Nei suoi confronti dell’impresa vitivinicola – conclude il comunicato – non sono state rilevate infatti irregolarità da parte delle autorità competenti ne provvedimenti. Sanzione da oltre 43 mila euro invece per l’azienda con sede a Grosseto e sospensione dell’attività".