REDAZIONE MASSA CARRARA

Lavoro in cava: sì all’accesso ai dati. Il Tar dà ragione a Legambiente

Storica sentenza che consente agli ambientalisti di accedere alla produzione delle singole aziende .

Legambiente. ha vinto il. ricorso al Tar per ottenere dal Comune i dati relativi all’escavazione cava per cava. Un passo avanti verso la trasparenza che costuisce una. vittoria per la tutela ambientale

Legambiente. ha vinto il. ricorso al Tar per ottenere dal Comune i dati relativi all’escavazione cava per cava. Un passo avanti verso la trasparenza che costuisce una. vittoria per la tutela ambientale

Dopo quasi 20 anni Legambiente ottiene il diritto di conoscere i dati di produzione delle singole cave, corredati dal nome delle ditte concessionarie. Il Tar della Toscana ha accolto il ricorso degli ambientalisti e con una sentenza storica ritiene illegittimo il parziale diniego di informazioni da parte del Comune sulle attività estrattive. "Una sentenza storica esultano gli ambientalisti – che afferma il diritto di accesso a tutti i dati richiesti e obbliga l’amministrazione alla piena trasparenza, nell’esclusivo interesse della tutela ambientale".

"L’udienza risale allo scorso 19 marzo e – si legge nella nota di Legambiente – nonostante le motivazioni del Comune si basassero sulla privacy degli imprenditori, nessuno dei concessionari di cava si era costituito in giudizio, dimostrando l’inconsistenza degli argomenti dell’amministrazione per giustificare il diniego".

"Cade finalmente un ingiustificabile muro di reticenza da parte del Comune – commenta il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – Quella del Tar è una sentenza importante per la tutela dell’ambiente, la trasparenza e il diritto all’informazione. Viene sancito quello che con il nostro Circolo di Carrara abbiamo chiesto, invano, per anni: conoscere la realtà delle attività estrattive per programmare in maniera sostenibile lo sfruttamento dello straordinario patrimonio naturale, riducendone al minimo gli impatti". I dati richiesti, si legge sempre nelle motivazioni della sentenza, sono informazioni ambientali che non possono essere limitate, come aveva fatto il Comune: "Invero, le quantità estratte dalle singole cave gestite dagli operatori economici, in virtù di concessione rilasciata dal Comune per lo sfruttamento economico previa asportazione di una risorsa ambientale limitata e non rinnovabile, non costituiscono dati sottoposti alla tutela della riservatezza commerciale, poiché non riguardano l’organizzazione aziendale o produttiva, del lavoro o della commercializzazione del materiale estratto, non consentono l’individuazione dei clienti né dei fornitori; non integrano segreti industriali; non sono dati di natura fiscale; né è riferibile il concetto di “segretezza statistica”.

"La nostra battaglia contro il modello estrattivista, ancora largamente egemone nel distretto di Carrara – aggiunge Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – vede in questa sentenza un passaggio fondamentale, per Carrara ma non solo: la decisione assume una rilevanza regionale e nazionale che supera i “confini geografici” apuani poiché stabilisce che il diritto all’informazione ambientale è incomprimibile ed è necessario alle associazioni come la nostra per svolgere quel ruolo di piena tutela dell’ambiente". Il Tar Toscana (presidente Alessandro Cacciari, estensore Katiuscia Papi) ha sancito che l’istanza di Legambiente è "del tutto ammissibile, poiché i dati richiesti sono detenuti dal Comune e la richiesta mira a conoscere lo stato dello sfruttamento della risorsa suolo nei siti in cui l’amministrazione ne ha consentito l’utilizzo commerciale agli operatori". "Siamo soddisfatti – conclude Mariapaola Antonioli, presidente del Circolo Carrara –. Questa sentenza rappresenta una vittoria per l’intera città e per la stessa amministrazione. La trasparenza nella gestione delle cave è un passo fondamentale per garantire un uso responsabile delle risorse che sono beni comuni. Non è spiegabile perché in tutti questi anni, il Comune si sia sempre opposto alle nostre richieste, costringendoci a ricorrere al Tar". Legambiente ringrazia legali dell’associazione, Diego Aravini, del foro di Roma, Micaela Chiesa e Umberto Fantigrossi, del foro di Milano.