
Una scultura ‘algoritmica’, l’Hercules and Nessus #A_01’ realizzata dall’artista romano Davide Quayola in collaborazione con Cave Successori Adolfo Corsi e il laboratorio di fresatura robotica TorArt, che spicca tra le tante opere in mostra fino a domenica a White Carrara, la kermesse organizzata da Imm nel centro storico. All’interno di un grande blocco di bardiglio è scolpito, ma non finito, un grande Ercole che dà l’impressione di uscire letteralmente dalla pietra. "L’opera di Quayola – spiegano gli organizzatori – fa parte di un progetto che sviluppa la ricerca dell’artista sulla tradizione scultorea e sulle estetiche algoritmiche materializzate con mezzi robotici. E’ ispirata alla tecnica del non finito michelangiolesco, e indaga le infinite possibilità di articolazione della materia attraverso logiche computazionali".
‘Hercules and Nessus #A_01’ è realizzata in marmo Bardiglio Calagio coltivato nella cava Calagio dalla ditta Successori Adolfo Corsi sin dai primi anni dell’800. "Il blocco – continuano gli organizzatori – è stato scolpito in modo da non arrivare mai a liberare totalmente la figura del capolavoro rinascimentale Ercole e il centauro Nesso di Giambologna. La scultura, dunque, non è una forma conclusa ma il suo processo, le molteplici interazioni generate dagli algoritmi sulla materia per scolpirla senza mai risolverla del tutto. Il vero soggetto non è la scultura di Giambologna, ma il processo algoritmico che prende forma nella complessa geometria finale. Quayola si avvale della tecnologia non come strumento ma come collaboratore: il robot industriale sostituisce all’artigianalità dell’artista il rigore di percorsi calcolati mediante algoritmi computazionali. Le geometrie digitali, scolpite sul marmo da mano non umana, esplicitano la tensione tra elementi antropici e tecnologici, digitali e naturali".
Si tratta di un processo complesso che mette insieme tradizione e innovazione, un capolavoro del passato con la tecnologia più all’avanguardia, il tutto curato con attenzione dalla sensibilità dell’artista. "La trasformazione dei nostri marmi in scultura va di pari passo con l’innovazione offerta dalle nuove tecniche digitali che stiamo attuando nelle nostre cave, soprattutto come controllo per la sicurezza e industria 4.0 legata alle tecnologie – dice Giulio Corsi –. Hercules and Nessus è la prima di una serie di sculture in marmo realizzata in collaborazione tra la ditta Corsi e Davide Quayola, è l’emblema dell’arte contemporanea digitale e rappresenta la forza della nuova tecnologia dei robot per la fresatura del marmo. Questo è l’aspetto che mi ha colpito fin da subito delle sue opere, molto difficili se non impossibili da riprodurre a mano attraverso tecniche di fresatura tradizionali. Questa nuova collaborazione con un artista rappresenta per noi quel processo di trasformazione che lega le tecniche tradizionali alle nuove tecnologie digitali, cercando così di proporre nuovi metodi di lavorazione del marmo, ma anche della gestione di una cava, a dimostrazione del l know-how della nostra città di Carrara che deve essere di esempio nel mondo".