La valigia di legno nell’abisso dell’umanità

La storia di Lino Fazzi, internato nei campi di lavoro in Germania. Gli eredi hanno ricevuto la medaglia d’onore in Prefettura

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di Alfredo Marchetti

’Lino Fazzi - Apuania’. Fa impressione vedere questa scritta nella parte anteriore della piccola valigia di legno che i figli custodiscono gelosamente. Una piccola storia di sopravvivenza nel tremendo abisso dell’umanità perpetrato dal nazifascismo. E ieri, in occasione del conferimento della medaglia d’onore agli eredi del 90enne che ci ha lasciato nel 1997, la valigia è stata nuovamente mostrata al pubblico presente in Prefettura, in occasione della celebrazione ufficiale della “Giornata della memoria”, dedicata alle vittime dell’olocausto ad opera dei nazifascisti durante la seconda guerra mondiale.

Nel corso della manifestazione, che ha visto quali protagonisti assoluti i giovani studenti in rappresentanza di tutti gli Istituti scolastici della provincia, il Prefetto Guido Aprea, i sindaci di Massa e di Carrara, Francesco Persiani e Serena Arrighi ed il rappresentante provinciale dell’Anpi, Ferdinando Sanguinetti, hanno richiamato il complesso valoriale sotteso alla celebrazione odierna ed in particolare il ricorso costante nei confronti dei giovani che dovranno perpetrare gli insegnamenti derivanti dai fatti storici, soprattutto quando non vi saranno più i testimoni diretti delle atrocità e dei crimini contro l’umanità commessi dalle truppe nazi – fasciste in quel triste e buoi periodo della storia del mondo.

Proprio gli studenti di varie scuole, artistiche e musicali, si sono esibiti nella esecuzione di toccanti brani musicali, nonché in una breve rappresentazione teatrale, ispirata alla vita di Anne Frank, che ha toccato nel profondo i sentimenti dei presenti. Infine, è stata conferita la medaglia d’onore ai figli di Fazzi. "Nostro padre ha sempre parlato pochissimo di quanto gli era accaduto. Era nato nel 1907 e ha sempre vissuto nel piccolo paesino di Redicesi. È un reduce dai campi di lavoro coatto a Berlino, a seguito di rastrellamento delle truppe naziste avvenuto nel 1944, prima di essere internato per alcuni giorni nel campo di concentramento nella provincia di Carpi. Andò in Germania con questa valigia utilizzata per raccogliere i pochi e scarni indumenti portati con sé nei campi di detenzione. E tornò con questa. Ci raccontò del grande freddo e della fame che ha patito. Solo un mese prima di andarsene si aprì e iniziò a raccontare..."

"Siamo sulla linea gotica – è intervenuto il Prefetto –, sappiamo quanti omicidi e rastrellamenti sono avvenuti a causa della furia cieca del nazifascismo. La senatrice a vita Liniana Segre dice che dopo gli ultimi sopravvissuti di quel periodo rimarrà qualche libro di storia, io voglio essere più ottimista. Ho fiducia nei giovani, ma le uniche armi che abbiamo è il vivere con loro il significato profondo dell’olocausto. Alle porte dell’Europa abbiamo ancora oggi pulizie etniche, riguarda tutti noi. La coscienza civica deve ribellarsi ad azioni del genere. I giovani soono chiamati ad esprimere una reazione. L’altra arma è ’ringraziare’ i parenti di chi ha dato la sua vita per la libertà. La battaglia contro la perdita della memoria è viva. Primo Levi ricorda: tutti coloro che dimenticano il passato sono condannati riviverlo".