REDAZIONE MASSA CARRARA

La statua... che si muove Ruotata su se stessa l’opera di De Reggi in piazza Sommoborgo

Pontremoli, ignoti sono riusciti a girarla nonostante pesi 450 chili. Alcune telecamere lungo la strada potranno aiutare a svelare il mistero. E’ in bronzo e rappresenta una figura umana che ricorda Atlante.

La statua... che si muove Ruotata su se stessa l’opera di De Reggi in piazza Sommoborgo

Chi l’ha detto che bisogna rimanere immobili come una statua? Una scultura di bronzo dell’artista fiorentino Emanuele De Reggi che era stata installata nella Piazzetta di Sommoborgo vicina a Porta Parma a Pontremoli, la scorsa notte ha misteriosamente cambiato la sua posizione.

Non spostata nello spazio, ma letteralmente girata su se stessa. Uno sforzo notevole, visto che pesa 450 chili e per posizionarla è stato necessario ricorrere all’utilizzo di un camion con la gru. L’opera di scultura a tutto tondo, che rappresenta una figura umana e ricorda il personaggio mitologico di Atlante – che tiene appoggiate le mani su una sfera su cui si è a sua volta appoggiato un uccello – era stata iniziamente collocata con la schiena verso la chiusura della piazza e con gli occhi rivolti verso la via Garibaldi. Probabilmente tutto questo su indicazione dell’artista stesso, che vive tra le città di Pietrasanta e quella di Bangkok e che arriverà il prossimo sabato 29 luglio a Pontremoli per inaugurare la mostra organizzata dall’Associazione Oscillazioni assieme a No Gallery, Lunicafoto e Fondazione Carispezia.

La scultura che è in stile molto moderno, come detto, richiama il mito di Atlante, che secondo la tradizione è colui che sostiene la sfera celeste. Viene infatti rappresentato come un titano che porta il peso del cielo sulle spalle. In questo caso l’artista lo rappresenta con la sfera ancora a terra e con il volatile che idealizza, forse, il sogno di riuscire a tenerla sospesa sopra la testa. Ma gli anonimi buontemponi, che hanno ideato la beffa, non erano interessati ai retroscena di sapore psicanalitico, ma più che altro puntavano al gusto malizioso e ridanciano di sottolineare, proprio con quel cambio di postura della statua, il rapporto tra chi guarda e l’opera d’arte.

Vista di schiena la scultura di Emanuele de Reggi lascia condividere allo spettatore la stessa prospettiva dell’uomo di bronzo appiattita contro le vicine mura, una percezione angusta che livella le ambizioni e che riduce il valore stesso dell’arte. Nessun panorama e nemmeno turbamenti, solo un primo piano simbolico.

Per il momento non trapela nessuna notizia sulla taske force che è riuscita – come detto con molta fatica – a ruotare la statua, anche se a onor del vero potrebbero aiutare in questo senso a svolgere le indagini le telecamere posizionate lungo la strada. Gli organizzatori della mostra, intanto, non sono intenzionati a subito a posto la statua, lo faranno con calma prima della mostra, per consentire ad Atlante di riuscire a vedere come va il mondo al tempo dei droni.

Natalino Benacci